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La casa sul Baldo della tribù dei cieli

Negli ultimi due anni a Spiazzi è sorto lo «Spiazzi Highline Paradise», che è diventata la location più importante in Italia per cimentarsi in questa disciplina nata negli Usa sul finire degli anni Settanta FOTO SIRIO ZAOOltre alle difficili «passeggiate» sulle highline, in molti si cimentano con acrobazie ad alta quota con cerchi o tessuti (foto Andrea Agostini)La Val d’Adige sullo sfondo degli «highliner» (foto Matteo Malagutti)
Negli ultimi due anni a Spiazzi è sorto lo «Spiazzi Highline Paradise», che è diventata la location più importante in Italia per cimentarsi in questa disciplina nata negli Usa sul finire degli anni Settanta FOTO SIRIO ZAOOltre alle difficili «passeggiate» sulle highline, in molti si cimentano con acrobazie ad alta quota con cerchi o tessuti (foto Andrea Agostini)La Val d’Adige sullo sfondo degli «highliner» (foto Matteo Malagutti)
Negli ultimi due anni a Spiazzi è sorto lo «Spiazzi Highline Paradise», che è diventata la location più importante in Italia per cimentarsi in questa disciplina nata negli Usa sul finire degli anni Settanta FOTO SIRIO ZAOOltre alle difficili «passeggiate» sulle highline, in molti si cimentano con acrobazie ad alta quota con cerchi o tessuti (foto Andrea Agostini)La Val d’Adige sullo sfondo degli «highliner» (foto Matteo Malagutti)
Negli ultimi due anni a Spiazzi è sorto lo «Spiazzi Highline Paradise», che è diventata la location più importante in Italia per cimentarsi in questa disciplina nata negli Usa sul finire degli anni Settanta FOTO SIRIO ZAOOltre alle difficili «passeggiate» sulle highline, in molti si cimentano con acrobazie ad alta quota con cerchi o tessuti (foto Andrea Agostini)La Val d’Adige sullo sfondo degli «highliner» (foto Matteo Malagutti)

Danzano nell’aria sospesi fra le montagne, a piedi nudi su una fettuccia larga due centimetri. Sotto di loro, un salto di duecento metri. Avanzano sulle «highline» i viandanti del cielo, che disegnano traiettorie impossibili sull’orizzonte. E la loro casa è a Spiazzi, dove da quasi due anni arrivano da tutto Europa, per sfidare se stessi e la gravità. Vederli è uno spettacolo che toglie il fiato, essere lì sopra «è puro godimento», racconta Andrea Agostini, 25enne padovano che assieme al veronese Diego Speri e al modenese Simon Vaccari, ha dato vita allo «Spiazzi highline Paradise», una palestra a cielo aperto per chi vuole cimentarsi (in totale sicurezza) in questa disciplina. È una variazione ad alta quota dello «slacklining», disciplina nata come forma di allenamento fra gli alpinisti statunitensi a fine anni Settanta, dove il nastro è posizionato a qualche decina di centimetri di altezza fra due supporti. Slackline e, ancor di più highline, richiedono equilibrio, resistenza, ma soprattutto «motivazione ed autocontrollo». SPIAZZI SOCIAL CLUB. A cavallo di Capodanno su quelle funi tese nel vuoto c’erano quaranta persone, arrivate da ogni parte d’Italia, ma anche da Austria e Germania. Hanno dato spettacolo dall’alba al tramonto, la sera si sedevano attorno al fuoco sulla «panchina sociale» dove possono sedersi fino a trenta persone. Qualcuno dormiva in tenda, in tanti sono andati a festeggiare il nuovo anno in pizzeria in paese «dove ci vogliono bene, sono gli unici giovani che vedono da queste parti ormai». Perchè Spiazzi è diventata di fatto il centro pulsante dell’highline in Italia. «L’abbiamo scoperto ad inizio 2016», spiega Andrea, «trovando questo posto dopo una lunga camminata». Ora in realtà lo si raggiunge in dieci minuti a piedi dal paese, in zona località Maso. IMPARARE A FLUTTUARE. Gli «attacchi» delle highline oggi sono due, uno posizionato più in alto e uno più in basso, ed è stata anche attrezzata una falesia per l’arrampicata. Gli appassionati sono per lo più giovani «ma qui si va dal sedicenne che ha visto una nostra foto su Facebook al cinquantenne padre di famiglia». Come si impara? Prima occorre fare qualche allenamento specifico in palestra, poi i primi scogli da superare sono riuscire a mettersi in piedi sulla fettuccia e risalire la corda leash usata come sicurezza quando si perde l’equilibrio e si cade. Per cominciare e per ogni informazioni, c’è poi il gruppo Facebook «Slackline Verona». «La cosa principale che bisogna avere», spiega Andrea, «è la motivazione. Devi voler fare questa cosa, è prima di tutto una sfida con te stesso. La paura è normale, superarla è impossibile ma gestirla sì. A volte, quando sei sospeso a decine di metri da terra ti chiedi “Perché lo sto facendo?“ Devi svuotare la testa, controllare la respirazione, è una sorta di meditazione attiva». E poi, in fondo, basta mettere un passo dietro l’altro. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Riccardo Verzè

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