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L’ultimo, immenso regalo di Mirco

Un momento della cerimonia funebre celebrata ieri per la morte di Mirco Peroni il ventenne morto il 2 agosto in un incidente in motoSono stati molti gli amici a partecipare al funerale di MircoL’accoglimento della bara nella chiesa di Torri del Benaco FOTOSERVIZIOAMATO
Un momento della cerimonia funebre celebrata ieri per la morte di Mirco Peroni il ventenne morto il 2 agosto in un incidente in motoSono stati molti gli amici a partecipare al funerale di MircoL’accoglimento della bara nella chiesa di Torri del Benaco FOTOSERVIZIOAMATO
Un momento della cerimonia funebre celebrata ieri per la morte di Mirco Peroni il ventenne morto il 2 agosto in un incidente in motoSono stati molti gli amici a partecipare al funerale di MircoL’accoglimento della bara nella chiesa di Torri del Benaco FOTOSERVIZIOAMATO
Un momento della cerimonia funebre celebrata ieri per la morte di Mirco Peroni il ventenne morto il 2 agosto in un incidente in motoSono stati molti gli amici a partecipare al funerale di MircoL’accoglimento della bara nella chiesa di Torri del Benaco FOTOSERVIZIOAMATO

«Tra motociclisti spesso si dice che l’unica cosa sicura nel viaggio è la partenza. La partenza è speranza, fiducia. Ciao Mirco. Fai buon viaggio». Emozionato e con un nodo in gola Antonio Vedovelli, presidente del gruppo Motorri ha salutato così Mirco Peroni, il ventenne di Torri, operaio in un’azienda di Affi, morto alle 8 del mattino di giovedì scorso a bordo di uno scooter a causa dello scontro con un autocarro all’altezza di Punta San Vigilio proprio mentre andava a lavorare. Alla fine del funerale del giovane, celebrato nella chiesa parrocchiale di Torri dal parroco don Giuseppe Cacciatori, il saluto di Vedovelli si è esteso a tutta la famiglia, a partire da Fiorenzo Peroni, padre di Mirco, per anni presidente del Motorri e oggi vice presidente del gruppo, che ha dovuto sopportare questo destino beffardo che gli ha portato via il figlio più grande. La famiglia del ragazzo ha affrontato il doloroso momento dell’addio con grande compostezza e dignità. La mamma, Lucia, a fianco del marito e dell’altro figlio più piccolo, Stefano, durante la celebrazione del rito funebre spesso ha guardato il feretro, semplice, di legno chiaro, con sopra un piccolo mazzo di rose bianche. Un gesto che è sembrato come un saluto personale per trasmettergli ancora una volta tutto il proprio amore e accompagnarlo idealmente per l’ultima volta. Toccante anche il passo tratto da una preghiera di un donatore letto da Chiara Pozzani, presidente dell’Aido Torri, l’associazione italiana per la donazione di organi e tessuti e cellule. «Date i miei occhi a un uomo che non ha mai visto un’aurora, il viso di un bambino e l’amore negli occhi di una donna. Date il mio cuore a una persona che per esso ha patito infinite sofferenze. (...) Se dovete seppellire qualcosa, seppellite i miei difetti, le mie debolezze. E tutti i pregiudizi contro i miei simili» ha letto la donna in una chiesa commossa. Un intervento sentito e non casuale visto che i genitori di Mirco solo poche settimane fa stavano preparando i moduli per iscriversi assieme ai loro due figli all’associazione. Poche ore dopo l’incidente mortale la famiglia ha così deciso di acconsentire all’espianto degli organi del giovane, donando nuova speranza di vita a pazienti in lista d’attesa. Tutta la famiglia Peroni è molto conosciuta in paese. Tant’è che al funerale una gran folla di persone ha riempito in fretta tutti gli spazi disponibili all’interno della chiesa, alla presenza tra gli altri del sindaco Stefano Nicotra e di altri amministratori e autorità locali, con in testa i gonfaloni del Comune di Torri e dell’Aido. Tanti altri sono rimasti fuori, seguendo la messa sul sagrato, nonostante l’afa e il gran caldo. Alla fine della funzione, prima della cremazione del corpo del giovane le cui ceneri verranno poi conservate al cimitero di Torri, un folto gruppo di gente, tra cui molti giovani, si è stretto attorno a papà Fiorenzo, a mamma Lucia, al fratello Stefano e alla fidanzata Jennifer per un abbraccio, una parola o un gesto di conforto in questo momento di sconforto. Nel corso dell’omelia don Cacciatori si è invece rifatto ad un passo del vangelo di Giovanni in cui si parla della morte di Lazzaro. «Giovedì mattina Gesù era accanto a Mirco perché la sua vita non andasse perduta», ha ricordato il parroco. «Ma Dio ci ha fatti per la vita immortale. Per questo diciamo a Mirco: arrivederci». •

Emanuele Zanini

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