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«L’Oktoberfest a rischio
servono più controlli»

Martina Lienert di Monaco, ha esposto la bandiera tedesca  FOTOSERVIZIO DI VINCENZO AMATOEla di HannoverLars di FrancoforteHans e Karin di Karlsruhe col titolare del residence Olympia
Martina Lienert di Monaco, ha esposto la bandiera tedesca FOTOSERVIZIO DI VINCENZO AMATOEla di HannoverLars di FrancoforteHans e Karin di Karlsruhe col titolare del residence Olympia
Martina Lienert di Monaco, ha esposto la bandiera tedesca  FOTOSERVIZIO DI VINCENZO AMATOEla di HannoverLars di FrancoforteHans e Karin di Karlsruhe col titolare del residence Olympia
Martina Lienert di Monaco, ha esposto la bandiera tedesca FOTOSERVIZIO DI VINCENZO AMATOEla di HannoverLars di FrancoforteHans e Karin di Karlsruhe col titolare del residence Olympia

Due attacchi in cinque giorni e tutti e due in Baviera, il Land più a sud della Germania assieme al Baden-Wuerttemberg. Lunedì un diciassettenne pachistano richiedente asilo ha ferito gravemente a colpi di ascia e coltello cinque passeggeri del treno locale diretto a Wuerzburg. L’altro ieri sera un diciottenne con doppio passaporto tedesco e iraniano ha seminato il terrore all’Olympia Einkausfzentrum di Monaco, centro commerciale nel quartiere Moosach della capitale bavarese, sparando all’impazzata e uccidendo nove persone prima di togliersi la vita. Decine i feriti. La Germania nuovo bersaglio del terrorismo di matrice islamista?

Ieri mattina abbiamo cercato di capire il clima che si sta diffondendo tra i tanti turisti tedeschi in vacanza sul lago di Garda: ancor prima di aver avuto i dettagli della sparatoria di venerdì e sapere che – stando alle notizie diffuse dagli inquirenti – sarebbe stata compiuta da un ragazzo con disturbi psichici e non apparentemente legato all’Isis, la maggior parte di loro escludeva l’idea di essere entrati nel mirino dell’Isis.

Martina Lienert, residente a Monaco e in vacanza al campeggio Du Parc, era aggiornata sulla situazione: «Ho letto che era un uomo fuori di testa, per come è andata non credo nemmeno io c’entri l’Isis», dice la donna. «Conosco bene l’Olympia Einkauszentrum», prosegue, «è vicino al posto dove lavoro, spesso vado lì a fare la spesa e così molti miei colleghi». Colleghi che, come i suoi amici e conoscenti, non erano lì al momento della sparatoria. Dopo un mese di vacanza, Martina e il marito rientreranno oggi a Monaco. «Non ho paura e non cambierò le mie abitudini», riprende la donna abbozzando un sorriso, «se dovessi farmi condizionare da tutto quello che succede non vivrei più. Mio figlio abita a Londra e prende l’aereo per venire a trovarci. La sua fidanzata abita in Francia e si incontrano a Londra o a Parigi. L’unica cosa che eviteremo dopo tanti anni sarà l’Oktoberfest, lì la situazione potrebbe essere davvero pericolosa». Proposito che accomuna anche i suoi vicini di piazzola, con cui Martina e il marito si erano accordati per ritrovarsi in occasione della celebre festa della birra. «Troveremo un altro punto di incontro», annunciano Dominik ed Ela, di Hannover. «Sono arrabbiato per quello che sta succedendo», continia l’uomo, «ma forse servono ancora più attentati per capire che il problema è l’Islam. I due attacchi in Baviera, come altri, sono stati compiuti da persone giovani, le più manipolabili». Dominik contesta la politica di accoglienza della cancelliera Angela Merkel, che ha portato la Germania ad avere più di un milione di richiedenti asilo sul territorio. «È un problema, si aumenta la possibilità di nuovi attacchi. La politica di Merkel è contestata da molti», riferisce. «Il terrorismo non è un problema della Germania o della Francia, ma dell’intera Europa», notano Markus e Nina Boehne, di Colonia. «In Europa i terroristi trovano terreno fertile perché c’è una situazione di caos anche nella gestione della sicurezza», prosegue Markus, facendo un’osservazione inaspettata: «Come tedeschi non ci sentiamo nel mirino più di altri Paesi, anche se qui in Italia abbiamo visto più agenti di polizia che da noi».

Anche loro non vogliono farsi spaventare dal terrorrismo. «Per me è impossibile evitare luoghi affollati, lavoro in ufficio in centro a Colonia, vicino alla stazione», racconta Nina. Secondo la coppia l’aver accolto tanti migranti non aumenta i rischi: «È un problema legato all’Islam, ma di poca gente». Da 12 anni i coniugi Hans e Karin trascorrono le vacanze al residence hotel Olympia di Lazise, meta scelta anche quest’anno perché «sul lago di Garda ci sentiamo sicuri». Secondo loro il rischio terrorismo è legato alla carenza di controlli: «Vogliamo aiutare i profughi che scappano dalla guerra», affermano, «ma i terroristi hanno una grande occasione per infiltrarsi e arrivare nei nostri Stati». Lars Fleischhauer abita in un paese vicino a Francoforte. Non ha dubbi: «Gli attacchi in Baviera sono stati fatti da due pazzi, l’accoglienza dei migranti non è l’origine del problema». Come gli altri intervistati, non si farà piegare dalla paura di nuovi attacchi.

Katia Ferraro

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