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L’antico frantoio
diventa meta
di visite guidate

La macina dell’antico frantoio di Crero
La macina dell’antico frantoio di Crero
La macina dell’antico frantoio di Crero
La macina dell’antico frantoio di Crero

Un pezzo di storia di Torri è tornato a vivere.

L'antico «torcolo» di Crero è stato restaurato grazie all'intervento del Comune, proprietario dell'immobile, che lo ha inserito nel piano generale degli interventi di riqualificazione di agglomerati e strutture storiche presenti sul proprio territorio.

Il frantoio, che ha oltre trecento anni, sorge nella piccola località sulle colline di Torri. Utilizzato fino a pochi decenni fa per la spremitura delle olive, il «torcolo», prima dell'intervento, si trovava in pessimo stato di conservazione, semi abbandonato o comunque adibito a magazzino e deposito di vari materiali. C'è chi aveva tentato anche di riutilizzarlo. Ci aveva provato anni fa Ferruccio Consolini, antico originario torresano, che - sfruttando il lavoro di un asino, che faceva girare la grande macina dell'antica struttura - spremeva le pere per farne un vino dolce. Ma non si parlava ancora di recupero. L'edificio è di proprietà del Comune di Torri dal 1998, quando con una delibera il Consiglio aveva accettato la donazione da parte di ventitré aventi diritto alla proprietà, vincolata alla realizzazione di un museo senza cedere il frantoio.

Anche negli anni precedenti, comunque, la proprietà della struttura non è mai risultata ben definita, anche in virtù dell’antica usanza del possesso in «consorteria»: era destinata ad uso promiscuo di tutti i coltivatori di olive locali che, a giornate prestabilite, potevano utilizzarla. Questo è in parte confermato anche dalla distribuzione dei locali, ai quali si accede, oltre che dall’ingresso esterno, anche da tre passaggi interni di altrettante proprietà. Nel 2003 fu portato in Giunta il primo progetto preliminare per ristrutturare il sito. Durante le fasi iniziali del restauro, nel rimuovere detriti e terreno depositati nei locali, vennero portati alla luce i resti della pressa, detta anche «torcolon», che anticamente era alloggiata nel torcolo. I lavori furono poi sospesi, in attesa di una definizione dell’opera alla luce di quanto emerso. Nel 2006 la Giunta comunale approvò il progetto esecutivo del restauro e della trasformazione in museo, con successiva partenza dei lavori.

Con un'altra delibera nel 2011 si avviò il completamento del restauro, in cui sono state recuperate l'antica pressa, rimasta sotto terra per lungo tempo, e la macina. Ora grazie al completamento dei lavori, il Comune, che per il recupero completo del torcolo di Crero ha investito 186mila euro, ne ha affidato la gestione e la custodia al Ctg «El Vissinel» fino al 31 dicembre del 2019. L’antico frantoio diventerà così un museo. L’associazione si occuperà dell’apertura al pubblico e delle visite guidate che illustreranno la storia di questo monumento storico. Le guide organizzeranno appuntamenti per le scolaresche, durante i quali verranno ricordati anche gli antichi mestieri locali.

Per sancire il restauro il sindaco di Torri Stefano Nicotra ha fatto il tradizionale taglio del nastro con il vicesindaco Ugo Giramonti, Rosa «Rosetta» Consolini, antica originaria di Torri e memoria storica di Crero, e con il presidente del Ctg El Vissinel Fabio Salandini. Il 9 dicembre, giorno in cui si celebra San Siro, santo cui è intitolata la chiesetta di Crero, ci sarà l'inaugurazione ufficiale.

El Vissinel quel giorno organizzerà anche una passeggiata alla scoperta del borgo con visita finale al frantoio. Nelle prossime settimane l'associazione inizierà l'attività di pulizia e allestimento di pannelli informativi. «Dopo quasi vent'anni di iter burocratico oggi recuperiamo le nostre origini e tradizioni dando valore a una struttura che deve essere ammirata e apprezzata», commenta Nicotra. «Qui si respira la storia. Non potevamo permettere che venisse dimenticata».

«Sono particolarmente legato a questo intervento», ammette il vicesindaco Giramonti, che ha eseguito in prima persona i lavori attraverso la sua ditta che tra il 2009 e il 2010 aveva vinto il bando. «Cercherò di recuperare più foto storiche possibili per realizzare pannelli illustrati che possano fotografare come sia cambiata la condizione dell'immobile: da rudere trasformato in discarica a frantoio pienamente recuperato».

«Siamo soddisfatti per l'affidamento», afferma Salandini de El Vissinel. «L'interesse è già alto. Basti pensare che durante il taglio del nastro alcuni turisti sono rimasti affascinati dal frantoio restaurato. Un gioiello da valorizzare al massimo».

Emanuele Zanini

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