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L’addio ad Accordini il poeta che salutava tutti con «riverisco»

Era una miniera d’informazioni sulla storia del Novecento, ma non solo, lo storico e poeta di Sega Rino Pio Accordini. È morto domenica 15 a 70 anni, lasciando all’improvviso la moglie Luisa con la quale viveva nella parte della frazione di Cavaion che si affaccia sull’Adige. Il funerale verrà celebrato oggi, alle 15.30, nella chiesa parrocchiale di Sega. Rino Pio era l’unico fratello del pittore Amalio Accordini, di cui ricorre quest’anno il ventesimo anniversario dalla morte. La famiglia era originaria di Cappella Maggiore, in provincia di Treviso. Accordini leggeva, studiava, approfondiva. Soprattutto da quando era andato in pensione, la storia era una passione che occupava gran parte delle sue giornate. Aveva acquisito grande dimestichezza con dettagli e curiosità relativi persone e situazioni del passato, dalle vittime dimenticate di guerra e ingiustizie ai cavatori e scalpellini ambrosiani, dalle mappe antiche ai monumenti ai caduti. È autore di molti libri su questi argomenti: celebre il suo «I quattro fucilati di Cavaion Veronese», con cui ha fatto riemergere la storia di quattro giovani tra i 19 e 20 anni uccisi il 27 marzo 1945 a villa Bonazzo. Accordini amava anche stimolare amministratori e compaesani sulla necessità di conoscere la propria storia e di non dimenticare. Aveva modi da gentiluomo, salutava con un fragoroso «Riverisco» dal sapore antico, batteva i suoi scritti con la macchina da scrivere. Indossava spesso il cappello e amava gli animali, passione che condivideva con la moglie Luisa. Da anni scendeva a piedi dalla sua casa popolata di gatti per portare da mangiare ad oche e anatre sulla riva del fiume. Con l’Adige aveva un rapporto speciale e aveva preparato anche uno striscione che appendeva per dare il benvenuto agli atleti che, in autunno, a bordo di canoa, partecipano all’Adigemarathon solcando l’Adige a centinaia. Credeva nel potere della cultura e dello sport a servizio della promozione del territorio, Rino Pio Accordini. Diceva che conosciamo troppo poco la storia dei nostri paesi e quindi la nostra storia. E come aveva ragione… Oggi non rimane che salutarlo nell’ultimo viaggio: «Riverisco, Rino Pio Accordini». • C.M.

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