<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Io su WhatsApp, la minoranza su Facebook»

Claudio Bertuzzi, vicesindaco di Malcesine FOTO AMATO
Claudio Bertuzzi, vicesindaco di Malcesine FOTO AMATO
Claudio Bertuzzi, vicesindaco di Malcesine FOTO AMATO
Claudio Bertuzzi, vicesindaco di Malcesine FOTO AMATO

Malcesine è proprio un paradiso in terra. «Il paese più bello del mondo». Fitness&wellness. Fisico in forma e mente sgombra. «È un giardino, anche d’inverno». È propaganda, per di più anzitempo. Claudio Bertuzzi: così dicendo, la prossima volta riceverà più preferenze. «Nel 2015, fui il più votato a Malcesine». Difatti, è anche il vicesindaco. «Gli altri assessori non avevano alcuna esperienza». L’avranno. «Nel 2002, quando amministrai per la prima volta, fui il secondo degli eletti». Insomma, siete dei predestinati: in giù, il lago di Garda; in su, il monte Baldo. «Un milione di vacanzieri. Un milione di attraversamenti in battello; mezzo milione di saliscendi in funivia». Siete onnipresenti. «Lei può frequentare, nello stesso giorno e nello stesso luogo, sia la scuola di vela sia la scuola di sci». Distolti dall’universale per essere indotti in tentazione dal particolare: il Piano di assetto del territorio, già approvato in Consiglio comunale, che supplirà al Piano regolatore generale. «Benché non spostiamo un mattone da 20 anni, condizionati dalla normativa sulle frane e alluvioni, non cementificheremo il paradiso». Volenti o nolenti, dovrete distinguere il bene dal male. «A Limone, il Comune dirimpettaio, poche famiglie gestiscono grandi attività ricettive; a Malcesine, molte famiglie gestiscono piccole attività ricettive. Non costruiremo nuovi edifici, ma amplieremo quelli esistenti. Miglioreremo i servizi ricreativi per prolungare il soggiorno abitualmente estivo dei viitatori». Eppure fabbricherete nuove abitazioni. «Oggi, metà sono prime case; l’altra metà, seconde case affittate ai villeggianti o possedute dai villeggianti. Nelle nuove residenze vivranno i figli diventati indipendenti. Mentre le prime case dei genitori potranno essere allargate per ospitare i turisti o il personale delle aziende alberghiere ed extralberghiere». Fitness&wellness&... business. Mancavano gli affari. A proposito, gli anglosassoni, governati da re e regine, non hanno più nemmeno una colombaia in cui sposarsi prima di raggiungere la riviera? «Abbiamo tutt’altro panorama: 350 matrimoni civili nel 2015 e nel 2017; 325, nel 2016». Redditizi, senz’altro. Chissà il parroco. «Cinque riti religiosi nel 2015; uno, nel 2016; otto, di cui sei tra stranieri, nel 2017». I gitanti sono dovunque! Vicesindaco: ha mai partecipato a una cerimonia? «Celebrai le nozze del sindaco Nicola Marchesini nel Palazzo dei Capitani, di proprietà del Comune. Oltre al Castello». Cosa non si fa per mettersi il Tricolore. «Sono rappresentativo anche senza la fascia». Tra i due, chi è il sindaco? «Nicola, al quale, già nel 2012, proposi di candidarsi assieme a me: lui sindaco, io consigliere. Nicola diventò consigliere, sebbene di minoranza; io, neanche quello. Nel 2015, dopo il commissario prefettizio, ci ripresentammo. Siamo ancora qui». Marchesini ricambiò il favore a Bertuzzi. «Mi avrebbe nominato comunque vicesindaco. Io e Nicola componemmo il resto della lista civica». I custodi del paradiso. «In Giunta, ho la stessa autorità degli altri assessori». Però, in Consiglio... «Siedo a destra del sindaco. A sinistra, c’è il segretario comunale». Dunque, perché Bertuzzi non si candidò direttamente sindaco? «Non sono abbastanza diplomatico». Sia indulgente in terra. Altrimenti... «Quando incontravo i cittadini al posto di Marchesini - quando, cioè, il vicesindaco era, anche se momentaneamente, il sindaco - cominciavo la discussione in italiano, finivo in dialetto». Confidenza? «Impazienza». Troppa? «In quel ruolo, decisamente. Rinunciai a quei colloqui. Mi limito ai miei». Improvvisamente, si presenta un conoscente. Bertuzzi ribatte alle proteste. Malcesine è presto Malséʃen. «Visto? Sentito? Non sono un sindaco mancato». Meglio dialogare a distanza su Facebook. «No, no, no! Il Comune si rapporta istituzionalmente con il mondo, io mi rapporto personalmente con il mio mondo: WhatsApp. Scambio, semplicemente, dei messaggi con la maggioranza. La minoranza, piuttosto, utilizza Facebook». Mezzo etereo, fine tangibile: condurre la maggioranza all’ inferno. «Anche il sindaco usava Facebook; oggi, non più». D’altronde, in paradiso non ci sarebbe neppure bisogno di un traghettatore.

Stefano Caniato

Suggerimenti