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La Guardia Costiera

«Imprudenza
all'origine di molti
gravi incidenti»

A sinistra il comandante Sandy Ballis
A sinistra il comandante Sandy Ballis
A sinistra il comandante Sandy Ballis
A sinistra il comandante Sandy Ballis

L'imprudenza è alla base della maggior parte delle così dette "disgrazie" che accadono ogni estate sulle acque del lago di Garda. A dirlo sono i numeri, molto brutti, degli ultimi due mesi che la Guardia Costiera di stanza a Salò ha in mano su morti, feriti in acqua, dispersi, salvati e sanzionati dei primi due mesi della stagione turistica del 2017. Il pallottoliere segna, dai primi di giugno al 22 luglio, ben cinque casi: tre sono morti nelle acque bresciane e due in quelle scaligere. In buona parte di questi casi, purtroppo, un ruolo determinante lo ha giocato non solo la sfortuna, ma anche l'imprudenza o la negligenza.

 

Partendo dall'ultimo caso di cronaca, ovvero quello accaduto a Peschiera poco dopo le tre del mattino di lunedi 24 luglio, si vengono a scoprire dettagli che, letteralmente, lasciano basiti. I Vigili del Fuoco e la Guardia Costiera, oltre ai Carabinieri via terra, sono intervenuti per salvare una coppia belga che si era gettata in acqua per fare un bagno notturno lasciando in barca un'altra coppia di amici con quattro figli, tutti minorenni e tutti di età compresa tra pochi anni e la adolescenza. Nessuno di quelli rimasti a bordo sapeva timonare una barca.

 

C'era un temporale in arrivo e, dulcis in fundo, i due che si sono gettati nelle acque del Garda sono poi risultati positivi all'alcol test. Ma è giusto, da parte delle Forze dell'Ordine, uscire rischiando la vita per salvare quella degli altri? Ovviamente la risposta è si. ma se alla base non ci fossero le imprudenze, i rischi sarebbero molto minori per tutti. Conferma la gravità delle imprudenze il comandante della Guardia Costiera, Sandy Ballis. "Le situazioni più rischiose per i diportisti", ha spiegato, "sono quelle connesse a cambiamenti delle condizioni meteo durante la navigazione: incrementi improvvisi del moto ondoso e dell’intensità del vento, soprattutto in relazione al tipo di imbarcazione e alla mancanza di esperienza marinaresca possono creare notevoli difficoltà. Un’informazione accurata sulle previsioni prima di intraprendere la navigazione è a salvaguardia della propria e altrui incolumità".

 

Tra i comportamenti pericolosi "occorre annoverare la carente conoscenza delle zone ove si naviga, della morfologia dei fondali, ma anche delle zone interdette alla navigazione perchè destinate alla balneazione con rischi per i bagnanti. Non bisogna infine gettarsi di colpo in acqua ma gradualmente. E certamente non dopo aver mangiato da poco o bevuto alcolici. Occorre insomma far propria ", ha concluso il comandante, "una semplice espressione: divertirsi in sicurezza".

Gerardo Musuraca

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