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Il Novecento rivissuto in 900 fotografie Le ha raccolte il sindaco casa per casa

Brenzone: un asino traina una slittaLa scuola media nell’anno scolastico 1948-’49Una barca da trasporto negli anni della Seconda Guerra mondiale
Brenzone: un asino traina una slittaLa scuola media nell’anno scolastico 1948-’49Una barca da trasporto negli anni della Seconda Guerra mondiale
Brenzone: un asino traina una slittaLa scuola media nell’anno scolastico 1948-’49Una barca da trasporto negli anni della Seconda Guerra mondiale
Brenzone: un asino traina una slittaLa scuola media nell’anno scolastico 1948-’49Una barca da trasporto negli anni della Seconda Guerra mondiale

Si intitola C'era una volta... Brenzone ed è il volume che sarà presentato martedi alle 20.30 nella sala civica del municipio del paese lacustre. Si tratta del libro fotografico ideato e realizzato dal sindaco Tommaso Bertoncelli che dalla primavera a dicembre dello scorso anno è stato impegnato in un tour de force in case private, bar, osterie, alberghi e anche cantine del suo territorio per chiedere agli anziani di casa, ai titolari di locali e agli appassionati di storia se avessero da mostrare antiche foto di strade, case, gente, luoghi e scorci di Brenzone. Vecchie immagini che poi, senza neppure asportarle dalle case, sono state fotografate, scannerizzate e messe in bella mostra nelle pagine del volume proprio dal giovane primo cittadino. «L’idea di realizzare questo libro fotografico», spiega iol primo cittadino, «è nata dalla volontà di raccogliere, custodire e diffondere quell’eredità collettiva di materiale antico riguardante il nostro comune. Ritratti di parenti, di antenati, di angoli del territorio, di attimi di un tempo passato che ogni famiglia di Brenzone ha nelle proprie case, sui propri scaffali, nelle cantine o nelle soffitte, sono ora impresse per sempre in un volume. Ci sono racconti attraverso immagini e storie che altrimenti non si sarebbero potute conservare. Invece, così non si perderanno mai più». «Troppo spesso», prosegue, «queste preziose reliquie vengono dimenticate, perse o buttate via. Peraltro, siamo ben consci che questo lavoro non si esaurirà solo con questo volume». I cittadini di Brenzone, insomma, sono avvisati: se, nei prossimi mesi, il sindaco decidesse di riprendere i suoi giri per le case comportandosi come una sorta di cacciatore di foto, le possibilità sono solo due. O quella di lasciarlo fuori fingendo di non essere in casa, come alcuni fanno con i testimoni di Geova, o cercare altre immagini dando fondo a soffitte, bauli e contattando i parenti, magari anche i «brensonai» espatriati in altri comuni, pur di ritrovare qualche inedito e consegnarlo alla storia attraverso questa eventuale ulteriore operazione. «Possiamo vedere il tempo dei nostri genitori, dei nonni o bisnonni», prosegue Bertoncelli, «perché la memoria stampata riporta alla luce il passato e consente di assaporarlo. Voglio ringraziare davvero tutti i concittadini per la sensibilità dimostrata nel cercare e mettere a disposizione le proprie foto di famiglia: solo grazie a loro è stato possibile realizzare questa bella stampa». Nelle 304 pagine ci sono circa 900 delle 1.500 foto complessivamente raccolte. A dare una mano al primo cittadino è stata Anna Devoti, consigliere comunale con delega alla cultura e divenuta pure lei «girovaga a fini storici» e pur di raccogliere foto. «Il lavoro di raccolta è terminato a dicembre, poi c'è stata la redazione e l'organizzazione del libro: argomenti, ordine delle foto, selezione delle stesse, inserimento delle didascalie e sabati sera o domeniche chiusi dentro pur di arrivare oggi a questo risultato», concludono. Il libro verrà distribuito gratuitamente a ogni capofamiglia nelle settimane successive alla presentazione e, già a partire da martedi, i cittadini potranno giudicare i risultati di questo impegnativo lavoro. Gli abitanti di Brenzone sono circa 2.500. Potrebbero discendere dai Brenni (da cui il nome del paese), tribù germanica, che si insediò sul Baldo da dove poi scendeva verso il lago per saccheggiare. Dopo di loro arrivarono i Romani, alla difesa del territorio settentrionale, che in seguito fu definitivamente integrato nell’Impero, come racconta il sito del Comune. Lo sviluppo di centri abitati fu ostacolato dalla struttura imponente del Baldo e dai suoi ripidi versanti che rendevano impossibili le comunicazioni via terra Importanti testimonianze di età romana, però, indicano la presenza di vari insediamenti rurali (l’esempio più importante è il ritrovamento, avvenuto nel 2004, di una villa romana presso la chiesa di San Zeno a Castelletto, finora unico esempio di “residenza lacustre” scavato sulle sponde orientali del Garda). Le tracce del Novecento sono invece la foto del libro. •

Gerardo Musuraca

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