L’ospite è di primo piano: monsignor Marcello Semeraro, vescovo di Albano Laziale, è il braccio destro di papa Francesco in Vaticano, uno dei suoi primi e più fidati collaboratori, segretario della Commissione permanente dei consiglieri del pontefice argentino. Ma a fare ancora più notizia, suscitando una profonda e attuale riflessione, è l’amico musulmano del prelato che vive a Sega di Cavaion, Camiran Rasool. «Conosco Semeraro da tre anni, è una persona squisita e abbiamo stretto amicizia da subito» spiega. «lo stesso è accaduto con il parroco di Sega, don Gianfranco Salamandra, con cui mi confronto spesso sentendo di parlare lo stesso linguaggio. Io guardo alla persona, non mi preoccupo di sapere se è musulmana come me, cristiana o ebrea. Se tutti facessimo così, nel mondo, invece che fare il gioco dell’Isis seminando odio e paura tra di noi, questo mondo cambierebbe».
È stato lui a invitare, per oggi, il vescovo laziale a visitare questa parte di territorio veronese e a portare la sua testimonianza di uomo di fede, ma anche di una mente acuta e aperta all’incontro tra persone di diverse confessioni religiose.
Occasione che è stata colta al volo da don Salamandra. In questo modo l’ecumenismo diventa realtà concreta da Sega dopo che papa Francesco ha più volte teso la mano agli islamici dicendo «Musulmani e cristiani, siamo fratelli per la pace». E così sia. Monsignor Semeraro celebrerà una messa alle 20, nella chiesa parrocchiale. Incontrerà fedeli e autorità civili, tra cui la sindaca Sabrina Tramonte e il suo vice Angelo Indelicato. Da giorni c’è grande attesa in paese, dove si è appena conclusa la sagra intitolata al patrono San Gaetano.
Rasool è iracheno ed è il titolare della Citco, azienda del marmo in terra cavaionese. La sua religione è l’Islam, anche se si definisce un islamico non praticante. In un momento storico in cui l’Occidente cristiano si è trovato a fare i conti con gli attentati messi a segno dai terroristi nelle città europee, vuole lanciare un messaggio di incontro e non di scontro. «L’Islam non è l’Isis e i musulmani non sono tutti terroristi, anzi» precisa. «Nel mondo ci sono due miliardi di musulmani per bene, che per primi rimangono vittime della violenza e del terrore seminati da pochi banditi. A Baghdad ogni giorno ci sono morti e sono musulmani. Perché, per colpa di questi pochi terroristi, che interpretano come vogliono loro la fede, dobbiamo essere tutti marchiati e odiati?» E sottolinea: «L’Isis non è nemico solo dei cristiani, ma anche dei musulmani».
Rasool è in Italia da 28 anni. Da quell’agosto del 1988 in cui da Londra, dove viveva, venne a Firenze per un paio di settimane convinto poi di ritornarsene in Inghilterra. Invece ha iniziato a lavorare nel settore lapideo, ne ha fatto la sua professione, si è innamorato di Valentina ed è rimasto. Venerdì ci sarà anche lui ad accogliere monsignor Semeraro a Sega. «Sarà un’opportunità per tutti di incontrare e conoscere un uomo speciale» conclude «opportunità che spero tanti vogliano cogliere».