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Il ministro vieta il consumo
delle anguille del Garda

Pesca di anguille
Pesca di anguille
Pesca di anguille
Pesca di anguille

«È opportuno mantenere il divieto di immettere sul mercato o commercializzare al dettaglio le anguille provenienti dal lago di Garda e destinate all’alimentazione umana fino al 8 giugno 2018». Con questa formula, contenuta in un’ordinanza pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, il ministro della salute, Beatrice Lorenzin ha confermato il divieto di consumo e di commercio delle anguille. E, indirettamente, ha confermato anche che gli inquinanti presenti nel Garda hanno tempi di latenza molto lunghi, al punto da non ripetere neppure gli esami sui pesci prima del 2021.

Il divieto era in vigore dal 2011 a causa dei contaminanti tossico-nocivi e cancerogeni ritrovati: diossine e policlorobifenili. Nel novembre 2016 l’Istututo Zooprofilattico di Teramo aveva stabilito alcuni punti fermi in una relazione. L’ordinanza della Lorenzin riporta testualmente : «In questo documento si propone di mantenere in vigore le misure di gestione del rischio, sulla base degli esiti del monitoraggio, e si evidenzia che la situazione di contaminazione non presenterà apprezzabili modifiche prima di almeno cinque anni in considerazione dei lunghi tempi di persistenza degli inquinanti nei sedimenti lacustri e nel muscolo delle anguille». Le conclusioni tratte dall'Istituto zooprofilattico di Teramo, Centro di riferimento in Italia per l'epidemiologia veterinaria sulla base dei campionamenti elaborati dall'Izs (Istituto zooprofilattico sperimentale) delle Venezie e dell'Izs di Lombardia ed Emilia-Romagna, davano un «suggerimento tecnico» inequivocabile al Ministero della Salute perché le anguille del Garda sono «diffusamente contaminate».

Di qui la proroga del blocco fino al 2018, ma con certezza quasi assoluta di arrivare, di anno in anno, fino alle nuove analisi nel 2021. G.M.

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