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Il lago restituisce il «proiettile rosso»
che segnò una delle imprese di Agello

Un Fiat C29 al museo di Vigna di Valle, identico a quello di Agello ripescato dai fondali del Garda
Un Fiat C29 al museo di Vigna di Valle, identico a quello di Agello ripescato dai fondali del Garda
Un Fiat C29 al museo di Vigna di Valle, identico a quello di Agello ripescato dai fondali del Garda
Un Fiat C29 al museo di Vigna di Valle, identico a quello di Agello ripescato dai fondali del Garda

E' stato recuperato all'idroscalo di Desenzano l'aereo Fiat C29 idrocorsa di Francesco Agello, mitico sergente maggiore del Rav, Reparto Alta Velocità dell’Aeronautica Militare. Il lago di Garda, negli anni Trenta e fino alla Seconda Guerra Mondiale, ospitava infatti alcuni «voli eroici», cioè le gare di velocità tra idrovolanti. E così, dopo 87 anni, il «proiettile rosso», com’era definito l'aereo di Agello è stato recuperato grazie all'intervento dei subacquei dei Volontari del Garda.

Nel 2014 un tentativo di recupero del motore e di alcune altre parti del velivolo tra cui l'elica, era finito piuttosto male dato che i Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Monza, erano intervenuti bloccando sette persone su una barca, sequestrando la loro attrezzatura e stilando un verbale.

Infatti, il motore dell'idrocorsa apparteneva ad un aereo militare ed è dunque di proprietà dello Stato. Inoltre, la zona in cui il velivolo era inabissato è sottoposta a vincolo archeologico e, per operare, sarebbe servita l’autorizzazione della Soprintendenza ai beni archeologici della Lombardia, e non solo quella dei Beni ambientali di Mantova.

L'aereo Fiat C29 di Francesco Agello era stato costruito in due soli esemplari e affidato al Reparto Alta velocità dell’Aeronautica, con sede proprio all’idroscalo di Desenzano. Agello nel 1934 conquistò il record mondiale di velocità con idrovolanti, volando a 709 chilometri orari ma su un altro idrocorsa, il mitico Macchi-Castoldi MC72, tra Desenzano, Sirmione e Manerba.

Meno gloria ci fu invece per questo Fiat C29 costruito per vincere la Coppa Schneider, visto che sapeva volare fino a 560 chilometri orari, poi invece andata agli inglesi dopo una serie di incidenti. Oggi ne rimane solo un altro uguale a questo, perfettamente conservato, al Museo storico dell’Aeronautica di Vigna di Valle, sul lago di Bracciano.

Era l’11 luglio del 1929 quando il primo dei due C29 si inabissò al largo dell’Idroscalo. In fase di ammaraggio, a 150 chilometri orari, i pattini dell’idrovolante si «impiantarono» su un’onda improvvisa, Agello riuscì a salvarsi mentre l’aereo si impennò, si ribaltò e andò a piantarsi in verticale, di coda, sul fondale del lago. Ora i Volontari del Garda lo hanno riportato alla luce. Nel secondo impatto invece, nell'agosto del 1929, il motore e l'elica dell'altro C29 si staccarono e inabissarono.

Ma ci sono alcune curiosità che in pochi davvero sanno su questo velivolo e che meritano di essere raccontate. Anzitutto il nome dell'aereo C29 deriva dalle iniziali del nome di Celestino Rosatelli, l'ingegnere che lo progettò. Inoltre, quest'aereo ha un collegamento straordinario anche con Torri del Benaco. Infatti, se il velivolo fu pilotato solo da Agello perchè aveva un abitacolo angusto e Agello, al di là dei meriti tecnici, era alto appena un metro e 62 e pesava solo 53 chilogrammi, il collaudatore di questo velivolo fu il tenente Stanislao Bellini. Bellini morì in un incidente aereo a Torri del Benaco, schiantandosi in località Saldam.

«Anni fa», ha raccontato Massimo Zuccotti, responsabile del Dipartimento Ricerca e Studi del Garda, un gruppo che si occupa proprio di studi sui velivoli militari che hanno fatto storia sul lago, «abbiamo celebrato una messa a Torri in ricordo di Bellini. E quest'anno, nel punto esatto in cui Agello stabilì il record mondiale di velocità con idrovolanti, vicino Manerba, il 21 agosto si esibiranno le Frecce Tricolori eseguendo proprio la "virata Scheneider" che fu la manovra principale di quel record nel senso che consente al velivolo di cambiare direzione alla massima velocità».

«Questo recupero è una notizia grandiosa», ha concluso, «e sarebbe straordinario se si potesse trattenere l'aereo, una volta sistemato, sul Garda, vista la storia che il Reparto Alta Velocità dell'Aeronautica ha sul lago».

Gerardo Musuraca

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