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Il fratello di Luigi Zardini: «È morto per un malore»

«Quasi certamente è stato un malore a tradirlo, altrimenti non si sarebbe ribaltato». Angiolino Zardini è sicuro: a causare la morte del fratello Luigi, travolto da un trattore, non è stata una manovra sbagliata. L’agricoltore, 58 anni, residente a Pastrengo, è morto lunedì pomeriggio in un vigneto a Castelnuovo, a ridosso di via Brennero, mentre lavorava nei campi di un'impresa locale. L'uomo è rimasto schiacciato dal trattore che guidava, ribaltatosi dopo essere scivolato da una scarpata. Sul caso sono comunque in corso gli accertamenti di rito, con il corpo dell'uomo che nel frattempo è stato affidato all'istituto di medicina legale su disposizione del pm Gennaro Ottaviano che deciderà se eseguire l’autopsia prima di dare il via libera ai funerali. «Se non si fosse sentito male, non sarebbe accaduto nulla», sostiene il fratello della vittima, con cui era titolare di un'azienda vitivinicola, a Pastrengo, affittata ad un'altra impresa. «Ieri (lunedì per chi legge, ndr) era il suo primo giorno di lavoro in quel campo, anche se era andato in pensione a gennaio», ricorda Angiolino Zardini. «Ma era appassionato di questo mestiere e perciò continuava a lavorare, come del resto ha fatto per tutta la vita», ricorda l’imprenditore agricolo. «Mio fratello era un buono, in tutta la mia vita con lui non ho mai litigato una volta. Sapeva farsi voler bene da tutti». A ricordare Luigi Zardini con affetto è anche Alberto Varolo - già sindaco di Pastrengo dal maggio 2014 al dicembre 2015, quando si dimise dall'incarico – che conosceva benissimo l'agricoltore scomparso. «Luigi era una persona straordinaria, generosa. Credetemi, non sono parole di circostanza, che a volte si dicono dopo una tragedia del genere, ma la pura e semplice verità», insiste Varolo. Zardini – che abitava in località Corné tra Pastrengo e Piovezzano e che lascia la moglie Nicoletta e i figli Davide e Simone – viene ricordato dall’ex amministratore come «una persona che tutti vorrebbero come amico. Era sempre molto disponibile con tutti. Si dedicava agli altri in maniera semplice e spontanea, senza pretendere mai nulla in cambio e senza chiedersi i motivi della richiesta di aiuto. Chi bussava alla porta di casa sua era sempre il benvenuto», ricorda. «Era benvoluto da tutti. E il via vai di gente di questi due giorni in visita ai familiari per esprimere il proprio cordoglio ne è la testimonianza». L'ex sindaco aveva conosciuto l'imprenditore agricolo molti anni fa, ancora quando era in servizio nell'Arma a Pastrengo. Da allora hanno approfondito la loro amicizia, che continuavano a coltivare. «Eravamo insieme con le rispettive famiglie anche domenica scorsa», rivela Varolo. «Abbiamo pranzato insieme, trascorrendo una piacevole giornata in compagnia, come del resto avevamo fatto tante altre volte. Poi quell’incidente che ce l'ha portato via per sempre». •

EM.ZAN.

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