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Galleria Mori-Torbole

Il fango dell'Adige
scende a sud
«Si sta assorbendo»

Galleria Mori-Torbole
Barche a vela nel lago pieno di fango
Barche a vela nel lago pieno di fango
A rischio l'immagine del Garda

La grande chiazza di acqua e fango "made in Adige" si diffonde nel Garda, sospinta dal Peler, il vento del nord, che la sta spingendo verso i paesi costieri più a sud. Dall'una di martedì notte, quando è stato aperto lo scolmatore Mori-Torbole che ha salvato Verona dall'alluvione, fino alla sua chiusura sono stati scaricati nel lago di Garda 350 metri cubi di acqua al secondo. Una misura pagata a caro prezzo però dal lago, come sottolinea la Comunità del Garda, perché nel bacino sono finiti migliaia di metri cubi di fanghiglia e detriti del fiume, che hanno coperto con enormi chiazze marroni le acque azzurre lacustri. «Di fronte al pericolo di allagare Verona e creare problemi di sicurezza a persone e cose, il Garda - spiega in una nota la Comunità - si è accollato il sacrificio di "ospitare" per alcune ore le acque dell’Adige".

 

In questi giorni, però, lo spettacolo non è dei migliori. Nei porti e sulle spiagge dei paesi costieri, già pieni di detriti e ramaglie trasportati dagli affluenti in piena, l’acqua giovedì intorno a mezzogiorno ha iniziato ancor più ad intorbidirsi. Di certo, non hanno potuto fare a meno di notarlo le decine di giovani velisti, che erano impegnati nella sesta edizione della Halloween Cup, regata Internazionale, di optimist organizzata dal circolo vela di Torbole nel “pantano” dello specchio d’acqua antistante lo sbocco della galleria scolmatrice dell’Adige. Preoccupati i giovani skipper e i residenti, ma a pagarne le spese sarà anche, e soprattutto, la fauna ittica.

 

«La chiazza avvistata a Torbole e che poi è stata sospinta dal vento è lo scotto che il lago di Garda ha pagato per salvare Verona ed evitare l’esondazione dell’Adige. Ma non c’è nessun allarme». Lo ha detto il sindaco di Garda, e deputato di Forza Italia, Davide Bendinelli. «La galleria del Garda che ha riversato le acque dell’Adige è stata chiusa ancora martedì pomeriggio, quando l’emergenza-inondazione è rientrata. Il fango e i detriti scaricati dal fiume nelle acque del lago sono una conseguenza fisiologica, ma già oggi la macchia è in dissolvimento».

 

«L’apertura dello scolmatore che per circa 17 ore ha riversato l’acqua dell’Adige nel Garda - ha spiegato - è un sacrificio che è stato pagato per evitare danni molto più ingenti, con il rischio concreto che parte della città di Verona venisse allagata, e centinaia di famiglie sfollate». «I veri danni dell’ondata di maltempo sul Garda - ha concluso Bendinelli - sono quelli causati dalle fortissime raffiche di vento che hanno sradicato piante, in particolare a Malcesine, dove ci sono stati tetti scoperchiati, compreso quello di un albergo».

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