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Il busto del monsignore
parte per il Brasile

Il busto benedetto durante una cerimonia in chiesa FOTO PECORA
Il busto benedetto durante una cerimonia in chiesa FOTO PECORA
Il busto benedetto durante una cerimonia in chiesa FOTO PECORA
Il busto benedetto durante una cerimonia in chiesa FOTO PECORA

Da Cavaion al Brasile in nome di monsignor Alessandro Pellegrini (1829-1899).

Rimarrà nella chiesa parrocchiale fino a domani il busto in marmo del prete cavaionese che nel 1883, a 54 anni, partì per il Brasile e andò nella colonia di Antonio Prado. E qui, dopo oltre un secolo, l’opera scolpita da Enrico Pasquale, su marmo donato dai marmisti della zona e in particolare da Adriano Segattini, sarà istallata a fianco della chiesa in piazza Garibaldi iniziata per volontà del sacerdote nel 1891 e completata nel 1897. Il busto lascerà Cavaion lunedì e partirà in nave per arrivare oltre oceano ad Antonio Prado, dove il lascito materiale di Pellegrini comprende pure la canonica e altri spazi per il paese, che ancora oggi lo ricorda come un benefattore. Fu lui a fondare la comunità di Nuova Roma, oggi Comune di Nova Roma do Sul nello stato Rio Grande Do Sul.

Il busto del monsignore, voluto dal gruppo «Altri sapori» in collaborazione con «Veronesi nel mondo» e Comune, è stato inaugurato e benedetto durante una cerimonia in chiesa cui hanno partecipato il parroco don Daniele Granuzzo, la sindaca Sabrina Tramonte e i suoi assessori, gli amici di «Altri sapori» tra cui l’ex sindaco Lorenzo Sartori e il suo predecessore Giancarlo Sabaini, il presidente di «Veronesi nel mondo» Fernando Morando e il suo vice Benito Marchetti, lo scultore Pasquale, Segattini, rappresentanti di associazioni culturali e ricreative.

L’idea di recuperare l’opera e la figura di Pellegrini è partita da Sartori sull’onda di una visita ad Antonio Prado compiuta insieme ad altri nel 2013, quando era primo cittadino. Da quella stessa visita, poi, nacque l’amicizia e il gemellaggio tra il Comune di Cavaion e quello del paese brasiliano, ora ravvivato dal dono di questa scultura.

«Monsignor Pellegrini fu un lavoratore instancabile, che si dedicò ai poveri e bisognosi» afferma Sartori. «La sua storia merita di essere portata alla luce, perché ha lasciato un segno indelebile ad Antonio Prado». Aggiunge Morando: «Per noi veronesi è un pregio aver avuto un prete meraviglioso come questo, emigrato come molti veneti in Brasile». C.M.

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