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I trentini pronti
ad accogliere
i feriti veronesi

L’ospedale di Malcesine: qui i pazienti nei casi di  urgenza vengono stabilizzati e trasferiti in ambulanzaUn’ambulanza del Suem 118
L’ospedale di Malcesine: qui i pazienti nei casi di urgenza vengono stabilizzati e trasferiti in ambulanzaUn’ambulanza del Suem 118
L’ospedale di Malcesine: qui i pazienti nei casi di  urgenza vengono stabilizzati e trasferiti in ambulanzaUn’ambulanza del Suem 118
L’ospedale di Malcesine: qui i pazienti nei casi di urgenza vengono stabilizzati e trasferiti in ambulanzaUn’ambulanza del Suem 118

«Nulla vieta che il Trentino sia disponibile, nel quadro della trattativa generale, ad approfondire la possibilità di una collaborazione più puntuale che riguardi le urgenze». E ancora: «È pacifico che le caratteristiche orografiche di un territorio siano una variabile indipendente nella politica di gestione dei servizi sanitari e che il servizio efficiente ai cittadini venga prima delle considerazioni politiche». A parlare così è l’assessore alla Sanità della Provincia Autonoma di Trento, Luca Zeni.

Dopo avere letto la dura lettera del sindaco di Brenzone, Tommaso Bertoncelli, del vice di Malcesine Claudio Bertuzzi per conto del primo cittadino Nicola Marchesini, di Stefano Nicotra, sindaco di Torri, di Davide Bendinelli sindaco di Garda, di Gabriella Manzato, presidente della Conferenza dei sindaci ex-Ulss 22, oltre che di Marco Lucchini, presidente di Federalberghi Garda-Veneto rappresentante di oltre 400 strutture di accoglienza sul Garda scaligero, a dare le notizie sullo stato della convenzione tra Veneto e Trentino è l’assessore alla sanità della Provincia Autonoma. Zeni precisa alcune questioni e fa importanti aperture, riportate sulla stampa trentina.

«La legge», dichiara Zeni all’Adige, «permette di stringere accordi tra Regioni limitrofe o Province Autonome volti a regolamentare i flussi di pazienti. L’ultimo incontro con il Veneto è stato in giugno e ora il tavolo tornerà a riunirsi in settembre». Finora, a quanto pare di capire, la richiesta dei sindaci scaligeri di potersi rivolgere per le urgenze all’ospedale di Rovereto non ha ancora una risposta precisa.

«Certo», dice l’assessore alla stampa trentina, «il Santa Maria del Carmine (l’ospedale di Rovereto, ndr) sarebbe la struttura di riferimento per le urgenze ma, nell’accordo, dovrà rientrare anche l’ospedale di Arco per servizi sanitari non urgenti».

Insomma: a fronte della lettera di protesta inviata al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e per conoscenza all’assessore alla sanità Luca Coletto e al segretario del comparto sanità Domenico Mantoan, per la mancata riattivazione della convenzione sanitaria col Trentino, le prime risposte arrivano dalla Provincia Autonoma di Trento.

Il 23 marzo L’Arena aveva intervistato il segretario del comparto sanità, Domenico Mantoan, sulla volontà della Regione in proposito. «Entro due mesi faremo una convenzione con il Trentino sul modello della zona del Primiero (dove gli abitanti trentini possono curarsi da dieci anni nelle strutture ospedaliere venete come fossero residenti nella nostra regione, ndr). Gli uffici della Regione Veneto ci stanno già lavorando», aveva dichiarato Mantoan. «Stiamo facendo con Trento», aveva aggiunto, «un accordo di confine ampio sull’ intera mobilità… Accordi di questo tipo sono previsti e incentivati dalla Conferenza Stato-Regioni. La convenzione riguarderà vari aspetti, anche la riabilitazione e non solo l’ urgenza».

Il termine di due mesi è in realtà scaduto a metà maggio e nessun riscontro è mai arrivato ai sindaci, che infatti proprio di questo si sono lamentati.

L’Arena ha chiesto riscontri a Venezia circa le istanze portate avanti dagli amministratori locali, ma per adesso la Regione Veneto preferisce non entrare nell’argomento.

Nella lettera di qualche giorno fa gli amministratori avevano scritto: «In assenza di certezze saranno messe in atto tutte le forme di protesta che riterremo più opportune: entro la metà di ottobre verremo nella sede della giunta regionale con stampa e cittadini al seguito». Concludendo: «Siamo fiduciosi che Zaia voglia farsi carico di dare risposte concrete ed essenziali ai cittadini e agli amministratori pubblici».G.M.

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