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I muri, le migrazioni, il turismo
Il vescovo: «Intervenga l’Onu»

Il vescovo Zenti durante il suo intervento all’inaugurazione della stagione turistica FOTOSERVIZIO PECORA
Il vescovo Zenti durante il suo intervento all’inaugurazione della stagione turistica FOTOSERVIZIO PECORA
Il vescovo Zenti durante il suo intervento all’inaugurazione della stagione turistica FOTOSERVIZIO PECORA
Il vescovo Zenti durante il suo intervento all’inaugurazione della stagione turistica FOTOSERVIZIO PECORA

I muri vanno abbattuti, non eretti. Un concetto che, dopo le vicende al confine austriaco con il Brennero, è stato ribadito con forza durante l'incontro di inaugurazione della stagione turistica gardesana, organizzata da Federalberghi Garda Veneto a Torri, in collaborazione con la Pastorale del Turismo e Tempo Libero della Curia di Verona e il Comune di Torri, a cui ha partecipato come da tradizione il vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Zenti.

Buona parte del suo intervento come di quello del presidente di Federalberghi Marco Lucchini si è concentrata proprio sul caso scoppiato al confine tra Italia e Austria al valico del Brennero, dove Vienna intende costruire un muro «anti-migranti». Nel suo intervento Zenti ha coinvolto l'Onu, l'organizzazione intergovernativa delle Nazioni Unite. «Qualcuno ha deciso di fermare l'Onu», ha ammonito il vescovo di Verona. «Ma dovrebbero essere proprio le Nazioni Unite a gestire i flussi migratori. Finché non si risveglierà questa istituzione, nata settant'anni fa, una delle più geniali del secondo Dopoguerra, ci troveremo sempre in gravissime e spesso insolubili difficoltà». Il vescovo ha sottolineato come la misericordia e l’accoglienza benevola debbano essere le basi di un sano turismo. «Bisogna mettere a proprio agio gli ospiti. Tutto il personale delle strutture ricettive, deve avere una grande carica di umanità per accogliere nel modo giusto i turisti, in questo piccolo paradiso terrestre che è il lago di Garda», ha aggiunto.

«Non bisogna interpretare il settore turistico come occasione solo per arricchirsi nei confronti dei clienti ma dare loro beneficio e accoglierli con spontaneità. Il turista si deve sentire benvoluto». Il vescovo ha lanciato inoltre un appello al comparto turistico affinché aiuti le centinaia di famiglie veronesi in difficoltà (economica e non solo). «Serve sostenerle, magari offrendo loro un lavoro, anche stagionale. Sarebbe un grande gesto di misericordia». Lucchini, nel suo discorso, cui sono seguiti i saluti del sindaco di Torri Stefano Nicotra e della sua vice Donatella Bertelli, è ritornato sul caso del confine al Brennero, che aggiunge un nuovo problema ad una stagione turistica alle porte che cade nell'anno anno del Giubileo della Misericordia proclamato da Papa Francesco: «Pensavo di appartenere a un'epoca senza più muri, ma mi sbagliavo», ha dichiarato il presidente di Federalberghi Garda Veneto, preoccupato per le ripercussioni negative che la barriera che l'Austria è intenzionata a erigere avrà sul settore. «Ogni Paese dovrebbe affrontare il problema immigrazione nel rispetto degli immigrati e dei Paesi ospitanti, ed erigere dei muri non rappresenta una soluzione. Affronteremo e supereremo anche questo problema. Insieme abbatteremo i muri».

Un riferimento che riguarda anche lo stesso comparto ricettivo. «Non possiamo più limitarci a vendere stanze ma dobbiamo abituarci a promuovere un territorio in tutti i suoi aspetti, con i suoi eventi, le sue potenzialità artistiche e sportive, i suoi sapori. Credo che questo sia il futuro per il lago di Garda». Il numero uno di Federalberghi ha insistito inoltre sulla necessità di «abbattere anche quei muri che spesso erigiamo tra noi albergatori o che si creano tra enti e associazioni che si occupano di turismo. Dobbiamo condividere i problemi e le opportunità, collaborare e lottare uniti, abbandonando sterili campanilismi». E ancora: «Dobbiamo lavorare per salvaguardare le bellezze paesaggistiche, per monitorare costantemente le acque del lago, per migliorare le infrastrutture, la viabilità, la navigazione, la sicurezza».

Un lavoro impegnativo da portare avanti non solo per i turisti ma anche per le nuove generazioni, come Marianna e Francesco, i due bambini che hanno portato i saluti di Torri al vescovo. E alla domanda su che cosa piaccia loro del lago e che cosa desiderino, i due bimbi con semplicità hanno affermato: «Poter imparare a pescare, avere l'acqua pulita e ammirare i tramonti».

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