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«Ho sfiorato i due ragazzi La strada è troppo stretta»

Superamento dei limiti di velocità, piazzole strette e spesso occupate in modo improprio. Sono le criticità della tangenziale Sr450, a quattro corsie (due per ogni senso di marcia) da Castelnuovo del Garda ad Affi. Sulla banchina stradale all’altezza dello svincolo per Calmasino (Bardolino), in direzione nord, giovedì pomeriggio hanno trovato la morte due ventenni torinesi, investiti da un’automobile mentre stavano cambiando uno pneumatico alla macchina con cui erano arrivati sul lago di Garda per una vacanza. Ieri su queste pagine abbiamo pubblicato il racconto di una testimone dell’incidente che precedeva la Volvo che ha falciato i ragazzi. Dal suo racconto, confermato da altre testimonianze raccolte dai carabinieri, è emerso che i giovani pur in una situazione promiscua dovuta alla ristrettezza della banchina stradale, avevano adottato le misure di sicurezza necessarie: avevano posizionato il triangolo di pericolo a qualche metro di distanza dalla loro macchina e uno di loro aveva indossato la casacca catarifrangente rimanendo in piedi per essere più visibile. Purtroppo tutto questo non è bastato a evitare la tragedia. «Sono passato con il camion poco prima dell’incidente», racconta a L’Arena Renzo Galas, autotrasportatore di Arco (Trento). «Ho visto i ragazzi a bordo strada e ho subito pensato che fossero in una situazione pericolosa perché i due accovacciati erano proprio sulla linea che delimita la carreggiata. Sono passato a un metro da loro», prosegue l’autotrasportatore, «non ho potuto spostarmi di più perché sulla sinistra avevo le macchine in sorpasso, però ho segnalato il pericolo al camion dietro di me mettendo le frecce». Quando il giorno dopo Renzo Galas ha letto sui giornali che due dei tre ragazzi erano morti è rimasto sconvolto. «Faccio questa strada tutti i giorni, è pericolosissima», sottolinea mettendo al primo posto tra le criticità della tangenziale la velocità di chi la percorre, sebbene non sia questa la causa dell’incidente di giovedì, per cui sono ritenuti più probabili un colpo di sonno o una disattenzione. «I mezzi passano come caccia», aggiunge l’autista di Arco, «i controlli delle forze dell’ordine non mancano, ma ci vorrebbero degli autovelox fissi». E poi c’è il problema delle piazzole di sosta. «Alcune sono sempre occupate da chi le utilizza come parcheggi per scambi, ma sono comunque strette», sottolinea. «Una si trova poco dopo il punto in cui sono morti i ragazzi ed è segnalata, quando sono passato accanto a loro mi sono chiesto perché non si fossero fermati poco più avanti». La Sr450 è inoltre molto trafficata dai camion, che la usano come «zona franca» per non pagare una quota di pedaggio autostradale tra Affi e Peschiera, uscendo da un casello e rientrando nell’altro. •

Katia Ferraro

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