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Groff: «Non è la sua orma ma quella affiancata di un cane o di un lupo»

«È capitato ancora di confondere impronte di cane ravvicinate con quelle di un orso». Claudio Groff, responsabile per i grandi carnivori del settore Foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento non si meraviglia per l’equivoco di due escursionisti di Desenzano che domenica avevano fotografato un’impronta sulla neve alla Bocchetta di Naole sul Monte Baldo e del cronista che ha raccolto la loro testimonianza e pubblicato la foto senza chiedersi se effettivamente di orso si trattasse. Se ne è accorto per primo, denunciando la bufala sulla pagina Facebook de L’Arena.it, Tommaso Borghetti che è del comando forestale di Ala, seguito da Fulvio Valbusa, carabiniere forestale di Bosco Chiesanuova. «Sono chiaramente due tracce di canide, l’una vicino all’altra tanto da sembrare un’unica impronta, ma si vedono i cuscinetti metacarpali in rilievo che non ci sono nell’impronta dell’orso e il primo polpastrello a destra nella foto che è a un’altezza inferiore degli altri, com’è nel cane e anche nel lupo», confermano entrambi. L’impronta sulla neve potrebbe essere di un cane di grossa taglia o anche di un lupo, ma non essendoci vicino un righello, o un oggetto che dia l’idea delle dimensioni e una pista di orme, è difficile, secondo gli esperti, distinguere l’impronta di un cane domestico da quella di un lupo. La presenza del lupo è stata segnalata sul Baldo dalla raccolta di due escrementi nel 2016 e da una foto scattata nel 2017: è sicuramente transitato, ma nessuno può dire al momento se sia ancora presente. Neanche dell’orso si può dire con certezza che sia in letargo sul monte Baldo: «I campioni genetici raccolti sono pochi, il che fa supporre che quello sia parte del suo territorio, anche se frequentato non in maniera continuativa», aggiunge Groff, «del resto M19 è un maschio di 6 anni, già in maturità sessuale e quindi se vuol trovare una compagna deve per forza trasferirsi nell’areale di origine, nel triangolo compreso fra Brenta, Paganella e Val Rendena, ed è verosimile che lo faccia essendo un maschio adulto. Vorrei che si capisse che su questi animali non ci sono certezze assolute: è possibile che viva sul Baldo tutto l’anno come anche che vi torni saltuariamente. Per poterlo dire con sicurezza servirebbe un radiocollare che ne registri gli spostamenti». Di più su M19 al momento non è possibile sapere: maternità e paternità non sono certe e la traccia sulla neve non è insolita anche nel periodo del letargo, quando i plantigradi possono in effetti abbandonare la loro tana per fare delle brevi escursioni notturne restando nei paraggi. V.Z.

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