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La galleria d'acqua fra Adige e Lago

Il «sogno energetico» di Mussolini e gli Ufo di Hitler: cos'è lo scolmatore del Garda

La storia dello scolmatore
Lo scolmatore del Garda
Lo scolmatore del Garda
Lo scolmatore di Torbole

La salvezza di Verona delle piene dell'Adige galleria tra Mori e Torbole, concepita, progettata e i cui lavori iniziarono tutti in epoca fascista. La storia dello scolmatore che sbuca nel Garda a sud dell’abitato di Torbole merita davvero di essere raccontata.

L’idea di crearla risale ai primi anni venti, pare al 1923, quando Benito Mussolini aveva pensato di sfruttare il «salto» di livello tra il fiume e il Garda per cercare di produrre energia idroelettrica. Il primo progetto fu approvato il 3 febbraio 1939 e i lavori partirono poche settimane dopo. Tra il 1939 e il 1959 l’opera fu completata.

Lo scolmatore di Torbole

 

IL PROGETTO. La galleria è lunga quasi 10 chilometri e registra un dislivello di poco più di 100 metri tra il letto del fiume e lo sbocco a Torbole. Per questo l’acqua corre senza spinte artificiali. La portata massima è di 500 metri cubi al secondo. Scaricando nel lago l’acqua eccessiva che si trova nel letto dell’Adige, in pratica si evita che il fiume esondi creando allagamenti specialmente nei paesi di Pescantina ma pure a Parona, e in alcuni quartieri di Verona. Per innalzare di 1 centimetro il livello del lago di Garda, la galleria deve immettere circa 3 milioni e 700 mila metri cubi d’acqua.

Le paratoie per il deflusso coprono quattro bocche di immissione. Ogni paratoia è larga 9,50 metri.

 

L'ACCORDO. Il primo luglio 2002 è stata firmata una convenzione per l’utilizzo della galleria tra Provincia Autonoma di Trento, Regione Veneto, Regione Lombardia, Agenzia Interregionale per il fiume Po e le Autorità del bacino del fiume Po e del fiume Adige. Una convenzione di 11 articoli, che regolano esattamente chi, come e quando possa dare l’ordine di aprire lo scarico nel Garda.

 

QUANDO è STATA USATA. Ma la cosa più interessante da sapere riguarda la storia di questa straordinaria opera di ingegneria idraulica, utilizzata finora una dozzina volte in tutto dalla sua creazione, e di cui la maggior parte solo per “prova”, non per emergenze.

Aperta la galleria Adige-Garda
Aperta la galleria Adige-Garda

GLI «UFO» DI HITLER. Durante la seconda guerra mondiale un tratto di galleria nei pressi dello sbocco di Torbole venne utilizzata per la produzione bellica. Nel 1944 la ditta Caproni, che trae origine dal nome dell’ingegnere che fece una grossa parte della storia della Aeronautica italiana, produsse pezzi per le Wunderwaffen, le armi tedesche segrete del Terzo Reich. Lo testimonia il documentario di Mauro Vittorio Quattrina, Tunnel Factories del 2010. «Pezzi che venivano poi spediti alle fabbriche di assemblaggio del campo di concentramento di Dora-Mittelbau in Germania. Intorno alla galleria sono stati trovati anche pezzi di aerei dalle fatture molto strane: testimoni raccontano di raggi verdi misteriosi che si vedevano nel cielo, per testare questi nuovi aerei che si progettavano», aveva spiegato Quattrina.

A Riva esisteva inoltre il centro di ricerca sperimentale aeronautica Herman Goering: le testimonianze degli ultimi 50 anni definivano questi velivoli gli «ufo di Hitler». In un filmato d’epoca si vede infatti un disco bianco per dieci secondi su una pista da volo a Breda, nel milanese. Tra Torbole e Riva si progettavano pure mini-sottomarini, come i tre prototipi propulsione a reazione, unici al mondo, realizzati con motori turbo jet per lanciare i siluri a 35 nodi, quasi 70 km all’ora, velocità incredibili per l’epoca. Uno di questi tre prototipi è stato affondato dagli stessi tedeschi in ritirata nelle acque del Garda, per non farlo finire nelle mani degli americani e, nelle settimane scorse, un sommergibile francese ne ha filmato i resti nelle acque di Torbole.

 

Gerardo Musuraca

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