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Fondi in arrivo dalla Regione
per la «casa zero» di Campo

Una veduta del borgo medievale di Campo a Brenzone
Una veduta del borgo medievale di Campo a Brenzone
Una veduta del borgo medievale di Campo a Brenzone
Una veduta del borgo medievale di Campo a Brenzone

Un contributo di 190 mila euro dalla Regione Veneto per la prosecuzione dei lavori di recupero e ristrutturazione di Campo di Brenzone.

È questa la gradita notizia che il presidente della Fondazione, Giacomo Simonelli, ha comunicato agli abitanti di Brenzone e a tutti i «fan» dell’antico borgo medievale semidiroccato. Da anni la Fondazione cerca di fare il possibile perché la splendida frazione non ceda definitivamente all’erosione del tempo. «In questi giorni», ha sottolineato Simonelli, «la Regione Veneto ha erogato il primo acconto di un contributo: sono arrivati 190 mila euro su un totale di 430 mila, finanziati con le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Il tutto, in attuazione del cosiddetto “Asse 3; Beni culturali e naturali. Linea di interventi per la conservazione e fruizione dei beni culturali”. In pratica», ha proseguito il numero uno della Fondazione, «a seguito della sottoscrizione dell’Accordo di quadro di programma, abbiamo potuto beneficiare di questo straordinario aiuto regionale che dà una grossa boccata di ossigeno e garantisce altri lavori a Campo».

Già, perché nel borgo aggrappato a metà del costone del Baldo e con stupendo affaccio sul Garda, stanno proseguendo, anche se lentamente, i lavori della «casa zero», prototipo del progetto di recupero complessivo concordato con la Sovrintendenza.

La Fondazione ha già ultimato i lavori all’esterno del primo edificio sulla destra arrivando al borgo, ma solo relativamente ai perimetri esterni.

«Con questi soldi invece», ha proseguito Simonelli, «metteremo mano ai serramenti, alla pavimentazione, agli interni e a quanto è necessario per finire la casa». I lavori alla «casa zero» erano iniziati poco prima del 2015.

Ma non è tutto. «Parte di questo contributo servirà anche alla messa in sicurezza e al recupero dell'antico frantoio, presente in uno scantinato degli edifici di Campo. Il frantoio, stando a quanto rinvenuto con un’indagine archeologica svolta in coordinamento con la Soprintendenza di Verona sotto la direzione della dottoressa Brunella Bruno e condotta dall’archeologa Raffaella Tremolada nel 2013, farebbe risalire il manufatto ad un’epoca imprecisata, ma sicuramente precedente all’anno 1655. Uno dei reperti, infatti, riporta l’indicazione di quella data e si riferisce a un restauro del frantoio che, quindi, risale ad epoca ancora più antica. Con lo stesso intervento, inoltre, si provvederà ad effettuare altri lavori di messa in sicurezza su indicazione dei tecnici dello Studio Cecchini, quello che cura progettazione e direzione dei lavori, in collaborazione con lo Studio Modena, che si occupa dei calcoli statici e dell’adeguamento antisismico delle strutture".

Gli edifici che hanno più subito l’ingiuria del tempo stanno infatti avendo problemi di staticità che, se non risolti, potrebbero comprometterne la tenuta. «I dati relativi alle situazioni più critiche», hanno aggiunto dalla Fondazione, «sono stati rilevati grazie a un'indagine effettuata con la tecnica della scannerizzazione laser applicata a tutti gli esterni e alle zone interne degli edifici. Tutto il lavoro si basa su tecniche specialistiche, di volta in volta condotte da tecnici qualificati».

«Con questo contributo», ha chiuso Simonelli, «la Regione Veneto, che ringraziamo davvero di cuore, dà ancora slancio e linfa vitale a un’iniziativa rivolta all’intero comparto turistico della zona Baldo-Garda. Per terminare tutto il recupero di Campo servirebbero all'incirca 7 milioni di euro e i tempi dipendono dalla capacità di attrarre contributi per poter finanziare i lavori ai circa 2.500 metri quadrati di superficie complessiva», ha concluso il presidente.

Gerardo Musuraca

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