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«Era il fratello di tutti
Lo ricorderemo sempre»

Don Gabriele Giacomelli accanto alla bara del fratello don Andrea FOTOSERVIZIO PECORA
Don Gabriele Giacomelli accanto alla bara del fratello don Andrea FOTOSERVIZIO PECORA
Don Gabriele Giacomelli accanto alla bara del fratello don Andrea FOTOSERVIZIO PECORA
Don Gabriele Giacomelli accanto alla bara del fratello don Andrea FOTOSERVIZIO PECORA

Don Andrea che giocava a calcio con i fratelli e correva, davanti a tutti. Don Andrea che segnava gli impegni e prendeva appunti sull’agendina, quella che ora si è portato in Paradiso. Don Andrea che arrivava tardi agli appuntamenti, eccome se arrivava tardi, ma sempre con un sorriso a cui era impossibile resistere. Don Andrea che aveva la stoffa dell’attaccante, in campo e nella vita, ma che si scioglieva alla vista dei nipoti. Don Andrea che amava i viaggi e seminava entusiasmo e idee ovunque andava. Don Andrea che da sette anni aveva trovato la sua seconda famiglia nella comunità di Cisano, un terreno coltivato con pazienza e amore fino a farlo rifiorire.

Era il parroco di tutti, don Andrea Giacomelli, 55 anni, morto improvvisamente a causa di un incidente stradale venerdì 29 settembre sull’Autostrada del Brennero. E infatti c’erano tutti alla messa funebre celebrata da don Giuseppe Marchi, parroco di Garda e vicario foraneo del Lago, concelebrata dai suoi fratelli sacerdoti don Gabriele e don Daniele (stimmatino, missionario in Africa) e da tanti preti: bambini e ragazzi, famiglie e anziani, sportivi e operatori del volontariato, campanari della pieve, donatori di sangue, alpini, commercianti, amministratori locali, il sindaco di Bardolino Ivan De Beni e quello di Verona Federico Sboarina.

Tutti addolorati per la sua prematura scomparsa, tutti a testimoniare valori, amicizie, ricordi impressi nei cuori. Tutti raccolti in preghiera, con gli occhi lucidi, attorno alla bara con la Bibbia, la stola, le maglie sportive. Tutti a invocare «spirito di fraternità per riempire il vuoto che ci lascia la partenza di don Andrea», afferma don Marchi

La messa di commiato a Cisano, la sua ultima amata comunità, ha anticipato il funerale di questa mattina, alle 9.30, nella chiesa di San Massimo, con il vescovo Giuseppe Zenti. Molto partecipata, è stata al tempo stesso molto intima, con tanta gente che si è stretta attorno ai quattro fratelli del sacerdote e alle loro famiglie. «Non hai lasciato solo il segno, hai tracciato un profondo solco nella nostra comunità seminando spiritualità, accoglienza, condivisione», sottolinea un rappresentante del consiglio pastorale, seguito dai saluti dei ragazzi dei campi sport, del catechismo, del grest: «È successo tutto così in fretta, don Andrea, quest’estate abbiamo vissuto insieme momenti di gioia. Sei stato un amico speciale, è stato bello conoscerti».

MESSAGGI di affetto e ricordi li hanno scritti o disegnati anche su colorati foglietti: li hanno sistemati su una bacheca in chiesa e alcuni li hanno lanciati in cielo attaccati a palloncini bianchi. «Per abituarci a non averlo più con noi ci serve tempo, solo con il tempo, piano piano, impareremo a riconoscerlo in un altro modo», spiega il fratello don Gabriele, a Verona co-parroco di San Nicolò all’Arena dopo 20 anni di missione in Brasile. «Io e Andrea ci siamo sempre inseguiti, lui arrivava e io partivo. Stavolta io sono tornato e lui è partito». Invita a non dire parole di circostanze e a stare in silenzio, piuttosto: «Non lasciamoci ingannare il cuore, impariamo ad ascoltare». Infine si rivolge al fratello: «Andrea, noi ti aspettiamo ma tu non tardare troppo».

Ricordi e ringraziamenti sono arrivati dagli altri fratelli. «Vorrei abbracciarvi uno a uno, grazie di aver amorevolmente custodito nostro fratello a Cisano, dove anche i muri di questa pieve parlano di lui», afferma Mario Giacomelli. «Quello che lui ha seminato continui a germogliare e portare frutto». Aggiunge Paolo Giacomelli: «Ho condiviso con Andrea e con voi i lavori di riqualificazione e restauro della chiesa. Ora noi siamo orfani di un fratello, voi di un parroco, un amico, un confidente».

Il senso di vuoto è lo stesso espresso dal sindaco bardolinese: «Un gravissimo dolore perdere don Andrea, il parroco di tutti i veronesi» sottolinea De Beni. «Dirgli grazie è poco, dirgli che ci manca è poco». Fa una promessa, infine, il primo cittadino di Verona Sboarina: «Andrea, ti ricorderò e farò in modo che lo sport veronese ti ricordi per sempre».

Camilla Madinelli

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