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«Edilizia privata
Da ex muratore
sono specialista»

Mario Bendinelli, vicesindaco di Garda
Mario Bendinelli, vicesindaco di Garda
Mario Bendinelli, vicesindaco di Garda
Mario Bendinelli, vicesindaco di Garda

Mi raccomando, sindaco Davide Bendinelli: sia o non sia un elettore, risponda sì o no alle domande dell’interlocutore, senza mai essere un affabulatore. Il consiglio è elementare - eppure proficuo nelle votazioni - quanto l’istruzione del vicesindaco Mario Bendinelli. Il quale argomenterà che l’illetterato non è necessariamente sprovveduto, anzi, rivolgendosi indirettamente a qualcuno dei quattromila abitanti più che a uno qualunque degli 800 mila turisti di Garda. Ebbene, mettendo in pratica l’insegnamento del maestro di ruolo nelle piazze anzichè in classe: sì, Mario e Davide sono parenti; no, Mario e Davide non sono serpenti. «Davide è di casa», spiega Mario. D’ora in poi, essendo troppe le ripetizioni, tralasceremo il comune cognome.

Tanto è una celebrità Davide, quanto è dimesso Mario. All’ apparenza, perché Mario fu assessore e consigliere comunale dal 1975 al 1991. Ricevette 276 preferenze nel 2006, 173 nel 2011, 143 nel 2016. Fu nominato vicesindaco dal sindaco Antonio Pasotti nel 2011. Suo malgrado, è un very important person. Un vip. Mario, si candiderà sindaco?

«No, neanche per un giorno. Non sono abbastanza preparato. A differenza dei figli - Stefano e Michele, che sono dei professionisti - non potei studiare, perché dovetti mangiare. Dopo la quinta elementare, feci il muratore. A Garda, c’erano pescatori, contadini e lavandaie. La mia famiglia possedeva dei campi con cui sopravviveva. A 13 anni, frequentai una scuola per manovali. Agli allievi assegnavano un contributo di 300 lire. Un chilo di pane costava 80 lire. Ai genitori dissi: semo siori. L’età di ammissione era, però, 14 anni, perciò dovetti andarmene. Dipendente di un’impresa edile, andai in pensione a 51 anni. Ricominciai, stavolta in proprio, finendo definitivamente di lavorare a 68 anni. Io e mia moglie siamo orgogliosi, anche se provati, di ciò che abbiamo fatto».

Oggi, Mario ha 77 anni. È nato a Garda, abita a Garda, frequenta assiduamente Garda. Ha condotto una campagna militare più che elettorale. Difatti, è vicesindaco. Un generale che dispone i soldati dalla Rocca?

«Sono vicesindaco perché ho preso più voti degli altri. Così dovrebbe essere in ogni paese. Sostituisco semplicemente Davide quando è assente. È il sindaco - chiunque sia - che comanda».

Quando ha indossato il Tricolore?

«All’intitolazione della scuola di musica all’amico Luciano Moratti e alla processione degli alpini alla Madonna del Pign, che salvò la comunità dalle bombe della seconda guerra mondiale».

Gesti spontanei, dunque condivisi. Le rimproverano di avere frequentato appena appena la scuola primaria. Ha usato carriola, badile, cazzuola e pendolo. Nondimeno, ha la delega all’edilizia privata. Le costruzioni non sono mattoncini Lego.

«Ho buonsenso da comprendere quando, grosso modo, un progetto è attuabile. Ciò, perché ho ristrutturato e costruito moltissime abitazioni e alberghi di Garda. Spetta ai tecnici verificare l’applicazione di leggi e regolamenti a 250,300 faldoni l’anno”.

Nella conversazione coinvolgiamo anche un funzionario.

C’è ancora spazio dentro e attorno alla conca rivolta verso il lago?

«Garda si estende complessivamente per sedici chilometri quadrati: sei e mezzo di terra, nove e mezzo d’acqua. Nel tempo, uno dei sei chilometri e mezzo di terra è stato edificato. Potenzialmente, i chilometri potrebbero diventare due. Il territorio è protetto da tutti i vincoli, tranne quello militare».

L’urbanistica grazie al Piano degli interventi, cioè agli accordi tra parte pubblica e privata per ricavare opere di cui beneficerà la popolazione, realizza il Piano di assetto del territorio che, riprendendo l’ex Piano regolatore, stabilisce lo sviluppo generale di Garda. Quali sono le priorità?

«Garda è considerato dalle aziende di navigazione e di trasporto provinciale un luogo di scambio dei visitatori della riviera. Disponiamo, posto più posto meno, di mille parcheggi pubblici e di quattrocento privati. Gli stalli pubblici, destinati sia alle auto sia ai pullman, dovrebbero raddoppiare. Dovremmo disporre anche di maggiori piste ciclabili».

Lei ha, infine, la delega ai lavori pubblici. È impegnativa quanto l’edilizia privata?

«L’esperienza del muratore prevale su quella degli architetti nella stesura del capitolato d’appalto laddove prevedo che, conclusa la posa, la pavimentazione del lungolago debba essere pulita con la spugna - mai con la segatura – in modo che, salvaguardando il collante, resista maggiormente alle intemperie».

I Bendinelli non sono parenti serpenti. Mario e Davide andranno ancora d’accordo se...

«Davide renderà quotidiano, com’è già quello estivo, il trasporto invernale dai borghi al capoluogo. Neppure io vivo in centro. Dobbiamo agevolare gli spostamenti degli anziani».

Miglior pregio del sindaco?

«La socievolezza».

Miglior pregio del vicesindaco? «La franchezza».

Peggior difetto del sindaco?

«Dire sì, sì anziché no, no».

Peggior difetto del vicesindaco?

«Siccome non sono gravi, non riesco a decidere». Succede, anche ai semplici.

Stefano Caniato

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