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L'inaugurazione

Ecco tre ippovie
per il monte Baldo:
vista mozzafiato

L'inaugurazione
Un momento dell'inagurazione
Un momento dell'inagurazione
Inaugurate ippovie Baldo

Prima cavalcata inaugurale delle tre ippostrade, tutti percorsi circolari ad anello, del Baldo.

Un gruppo di circa 20 cavalieri, su cavalli di tutte le razze, sono partiti dallo Chalet Falco alla seggiovia di Prà Alpesina, sul versante trentino del Baldo, per arrivare ai 1.800 metri alla stazione di arrivo della funivia a Tratto Spino. Il trekking a cavallo è poi proseguito sul sentiero verso Bocca Navene per fare ritorno a Prà Alpesina.

Le tre nuove ippostrade, circa 110 chilometri, sono state individuate e tracciate sul Baldo in collaborazione con i Comuni attraversati, e sono le prime in Italia ad arrivare oltre i 2.000 metri collegando due diverse regioni: il Veneto e il Trentino. 

 

Il dettaglio dei percorsi

• Il percorso numero 1/blu è “Monte Altissimo di Nago”, si parte da Prà Alpesina (1.102 metri) e si arriva fino ai 2.059 metri del rifugio Damiano Chiesa sull’Altissimo in Trentino. Sono 30,5 km che rappresentano il massimo dell’immersione nella natura del Monte Baldo, attraverso panorami mozzafiato del lago di Garda visto dall’alto, il Gruppo del Brenta, la Presanella e l’Adamello.

• Il percorso numero 2/rosso è “Madonna della neve”, si parte dalla località omonima a 984 metri e si arriva alla quota massima di 1.538 metri di malga Attilone. Sono 31,5 km anche in questo caso a cavallo fra le province di Verona e Trento e si cavalca fra marmotte, camosci e aquile. Lungo questo percorso si possono vedere anche le trincee di Navene, che sono l’antico confine fra il Regno d’Italia e l’Impero Austro-Ungarico.

• Il percorso numero 3/verde è “Malga Ime”, si parte da 359 metri in località Gaon a Caprino veronese e si arriva a 1.367 di malga Colonei di Pesina. Sono 46,2 km con un paesaggio in costante mutazione e da cui si possono vedere, oltre ai panorami del lago e del baldo, anche il Sacrario del Monte Baldo fatto costruire per ricordare tutti i veronesi morti nelle varie guerre, l’Orto Botanico e l’Osservatorio astronomico di Novezzina. 

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