<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Telefono Rosa

Donne maltrattate
Un caso al mese
tra il lago e il Baldo

Manifestazione a Ciudad Juarez, Messico, uno dei luoghi al mondo dove la violenza sulle donne è emergenza nel silenzio ANSA/ALEJANDRO BRINGAS
Manifestazione a Ciudad Juarez, Messico, uno dei luoghi al mondo dove la violenza sulle donne è emergenza nel silenzio ANSA/ALEJANDRO BRINGAS
Manifestazione a Ciudad Juarez, Messico, uno dei luoghi al mondo dove la violenza sulle donne è emergenza nel silenzio ANSA/ALEJANDRO BRINGAS
Manifestazione a Ciudad Juarez, Messico, uno dei luoghi al mondo dove la violenza sulle donne è emergenza nel silenzio ANSA/ALEJANDRO BRINGAS

La violenza si nasconde anche tra le mura di casa del Baldo Garda, soprattutto nelle famiglie e talvolta in ufficio. Per i 25 anni del Telefono Rosa di Verona, in coincidenza con il 25 novembre, Giornata mondiale contro violenza sulle donne, la presidente dell’associazione volontarie Telefono Rosa Verona, Sara Gini, stila un bilancio degli interventi, anche in quest’area. Dati presentati anche il 23 novembre, quando il Comune e l’associazione hanno organizzato la serata «Il silenzio è rotto» dal titolo di un libro, il «diario di madre coraggio» di Sara Suriano (2014, Delmiglio editore). Suriano è lo pseudonimo di una veronese che ha raccontato la storia di un amore ferito, quello vissuto dalla figlia vittima di una di quelle «relazioni affettivo/amorose caratterizzate da maltrattamento e violenza (che) portano ad una limitazione fortissima e spesso alla esclusione di quella libertà che sola può garantire un autentico rapporto di amore», dice Gini.

Uno «scritto prezioso», che «rappresenta nel contempo un grido di dolore di una madre disperata ... e il senso di impotenza per le sorti della figlia», una giovane ammaliata da un uomo che l’aveva irretita fino ad allontanarla dalle persone più care, dal lavoro, dal mondo. Storie simili. Anche in questa zona. Storie che sembrano quasi cliché perché le modalità della violenza si ripetono. Ma non è un cliché la confessione, perché poche trovano la forza di comporre lo 045.8015831 del Telefono Rosa per confessare le violenze,fisiche e/o psicologiche, che subiscono.

I NUMERI. Proprio la difficoltà di denuncia riduce i numeri di una violenza certamente più diffusa, considerando che Telefono Rosa Verona copre Verona e provincia. «Dal 1° gennaio al 31 ottobre», esordisce la presidente, «si sono appellate a noi 103 donne, il 40 per cento dalla provincia tra cui 10 dal Baldo Garda, ossia Affi, Caprino, Cavaion, Costermano, Ferrara di Monte Baldo, Bardolino, Garda, Torri, Brenzone, Malcesine e Rivoli. Ci hanno chiamato sei donne tra i 35 e i 44 anni, tre tra i 45 e i 54 e una 18enne. Sono italiane e sono state consigliate soprattutto dall’assistente sociale, poi da amici e parenti. In un caso la violenza è stata psicologica, da subita donna divenuta vittima di stalking da un collega forse offeso per un rifiuto. Negli altri 9 casi la violenza è stata in famiglia», dice Gini.

«In 7 si è trattato di “violenza assistita“ poiché erano presenti i figli, casi più gravi poiché assistere alla violenza del padre sulla madre (di rado il contrario) crea un gravissimo danno nel bambino che, vedendo la persona amata maltrattata, ma trovandosi incapace a porvi rimedio, cade in un sentimento disperante. Disperazione che crea buchi nella psiche e, in età adulta, può causare problemi comportamentali. Il minore potrebbe assorbire o gli atteggiamenti di spregio del padre o la propensione a divenire vittima della madre».

LA FORZA DI REAGIRE. «Tra queste 10 donne alcune stanno ancora affrontando la fase del colloquio, un paio sporgeranno denuncia. Altre avevano in corso la separazione o fatto richiesta di disciplina della gestione del mantenimento dei figli: le seguiamo lo stesso perché faticano a ad uscire dalla loro fragilità». Tutte e 10 hanno trovato il supporto reso disponibile dal servizio: «La nostra associazione di volontariato onlus offre supporto psicologico gratuito (i primi 3 incontri) grazie a tre professioniste e dà informazioni sui loro diritti, grazie a tre legali. La prima consulenza è gratuita. Se il reddito non supera i circa 11mila e 500 euro annui c’è il diritto al gratuito patrocinio».

Chi è vittima di una relazione finita nel gorgo della violenza ha un punto di riferimento. A Caprino c’è lo sportello aperto il giovedì dalle 14, su appuntamento (045.8015831). Chiude Gini: «Come si può pensare che amare... implichi l’annientamento della propria personalità, talvolta fino alla “morte“ fisica o psicologica?».

Barbara Bertasi

Suggerimenti