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Consumo di suolo, «Il Piano Interventi nei limiti del Pat»

La nuova legge regionale sul consumo di suolo fa discutere prima di diventare operativa. La legge numero 14 del 6 giugno 2017 introdurrà grosse novità in campo urbanistico e giovedi ci sarà un convegno a Cavaion dal titolo «Contenimento del consumo di suolo e rigenerazione urbana» per cercare di capirne meglio i contenuti. Nei giorni scorsi il consigliere regionale di Centrodestra Veneto, Andrea Bassi, aveva lanciato un allarme sulle conseguenze, definite «paradossali rispetto agli obiettivi», che potrebbero derivare dalla nuova normativa sulla sponda gardesana. «Qualcosa non quadra nell’attuazione della legge regionale 14 del 2017», ha detto Bassi, «sono rimasto basito nello scoprire che, in realtà, all’atto dell’applicazione della legge sulle pianificazioni dei comuni veneti, il consumo di suolo rischia di aggravarsi». «Stiamo esaminando in Seconda Commissione un atto conseguente all’approvazione della legge, ovvero il parere a una delibera di giunta regionale che individua la quantità massima di consumo del suolo ammesso in Veneto e abbiamo constatato che la quantità massima è poco più di 11.200 ettari, ai quali si aggiungono quelli che l’assessorato si è tenuto da assegnare come riserva, cioè 8.500. La cosa che ci ha colpito però», ha chiuso Bassi, «è il metodo con cui questi dati sono stati assegnati ai comuni, dando origini a sproporzioni incomprensibili». Per quanto riguarda i centri rivieraschi, Bassi ha delineato questo scenario: «l’esempio eclatante è quello di una realtà delicata e ad alto potenziale speculativo come la sponda gardesana: Malcesine avrebbe una potenzialità consumo di suolo pari a 3,65 ettari, Brenzone 7,14, Torri 5,40, Bardolino 7,17, Lazise di 10,78, Peschiera 7,46 e Garda di addirittura 104,73. Notare che Garda è il comune con l’estensione, in termini di superficie, più bassa di tutti. Da alcuni calcoli risulta che, in molti altri casi, la quantità massima di consumo di suolo consentita è ben superiore a quanto previsto dal dimensionamento massimo dettato dal Pat del comune stesso». Nell’alto Garda, Brenzone sta portando avanti lo sviluppo del primo Piano degli Interventi per cui ha già avuto oltre 160 richieste dei cittadini. Lo scenario attuale è preoccupante con la possibilità di utilizzare 7,14 ettari di suolo? A rispondere è Davide Benedetti. «La legge approvata», ha spiegato, «ha il pregio di aver posto un limite al consumo di suolo cambiando l’approccio all’urbanistica. Va verificata la correttezza della documentazione presentata dal Comune di Brenzone, ma pare verosimile il dato relativo al consumo di suolo. Il Pat di Brenzone è stato dimensionato in modo da permettere uno sviluppo edilizio rispettoso delle caratteristiche del territorio: ora spetta al Piano degli Interventi e all’amministrazione comunale garantire una corretta applicazione di questi principi. L’iter del PI procede al rallentatore, pertanto il suolo che la legge ha reso disponibile penso resterà per larga parte inutilizzato». Mette paletti anche il sindaco Tommaso Bertoncelli: «Il dato di 7,14 ettari è corretto», ha spiegato, «ma non implica che col PI si potrà consumare più suolo. Siamo vincolati da quanto previsto dal Pat. Eventuali maggiori possibilità edificatorie andrebbero prima recepite col Pat. Col PI si daranno risposte alle esigenze dei cittadini secondo le priorità stabilite dal nostro programma elettorale e dal Documento del Sindaco ovvero: prime case per i residenti e attività turistiche, stando ben al di sotto dei limiti massimi del Pat». •

G.M.

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