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Collettore, si bussa alle porte dell’Europa per ottenere fondi

Una delle condutture fognarie sui fondali del Garda
Una delle condutture fognarie sui fondali del Garda
Una delle condutture fognarie sui fondali del Garda
Una delle condutture fognarie sui fondali del Garda

Una firma e una promessa per il nuovo collettore fognario del Garda. La firma è quella del presidente della Provincia di Verona Antonio Pastorello, che a pochi giorni dalla scadenza del suo mandato ha formalizzato la promessa di destinare 1 milione di euro all’opera sottoscrivendo il protocollo d’intesa con il presidente del Consiglio di bacino veronese Claudio Melotti. La promessa è quella degli europarlamentari, in primis del croato Ivan Jakovcic, relatore al Parlamento europeo per la Strategia della macroregione Adriatico-Ionica, che nell’incontro organizzato ieri in Dogana veneta a Lazise si è assunto l’impegno di farsi portavoce in Europa delle istanze del territorio gardesano, con l’obiettivo di far arrivare anche sul più grande lago italiano le risorse economiche stanziate ogni anno dall’Ue a favore dell’ambiente. Al centro del convegno, organizzato da Azienda gardesana servizi (Ags) e Acque bresciane, gestori del servizio idrico integrato della sponda veronese e bresciana, il ruolo del Garda nel vasto bacino idrografico che attraverso il Mincio e il Po fa arrivare le sue acque fino al mar Adriatico, su cui si affacciano altri Stati europei. Presenti rappresentanti politici a più livelli: oltre a Jakovcic; gli europarlamentari del Pd Damiano Zoffoli e Luigi Morgano, i deputati veronesi Davide Bendinelli (Forza Italia), Vania Valbusa (Lega), Alessia Rotta e Diego Zardini (Pd), la consigliera regionale del Pd Orietta Salemi, per la Provincia oltre a Pastorello anche il consigliere Pierangelo Zorzi e molti sindaci della sponda veronese. In platea anche Lorenzo Albi di Legambiente Verona, i presidenti di Federalberghi Garda Veneto Marco Lucchini e del Consorzio Garda Veneto Paolo Artelio. Assenti gli esponenti del Movimento 5 Stelle, da sempre critici sul progetto del collettore: i deputati Francesca Businarolo e Mattia Fantinati hanno fatto sapere di essere stati bloccati da precedenti impegni, e così il consigliere regionale Manuel Brusco. Ma è a loro che si sono rivolti quasi tutti gli interventi. Valbusa ha detto di aver parlato del collettore con il sottosegretario all’Ambiente Vannia Gava. «Mi ha detto che il lavoro procede, nessuno sta facendo ostruzionismo e se qualcuno lo farà ci opporremo», ha rassicurato la deputata riferendosi alle dichiarazioni del ministro alle Infrastrutture Toninelli (M5s) sulla necessità di rivedere il progetto. «C’è stato chi fino all’ultimo ha negato che i 100 milioni stanziati per il collettore ci fossero», hanno rincarato Rotta e Zardini. «Oggi il lavoro dei governi precedenti del Pd è stato apprezzato: sono disponibili 100 milioni, si proceda verso il progetto definitivo per iniziare i lavori». DEGLI 88 MILIONI necessari per l’opera sulla sponda veronese (220 contando quella bresciana), ne mancano poco meno della metà: ai 40 finanziati dallo Stato (che vanno investiti entro sei anni), si aggiungono 1 milione dalla Provincia e 1,8 della Regione Veneto, da cui il territorio spera di ottenere altre risorse. La somma rimanente dovrebbe essere coperta dai Comuni attraverso l’imposta di soggiorno e dalla tariffa del servizio idrico. Ma è per scongiurare incrementi in bolletta che si guarda all’Europa, con l’appello del presidente di Ags Angelo Cresco agli europarlamentari «di essere al nostro fianco e fare squadra» per portare a casa i 100 milioni, con la sinergia tra Pd e Forza Italia rappresentata dalla presidente della Comunità del Garda Mariastella Gelmini. Jakovcic ha promesso di realizzare anche a Bruxelles un vertice sul lago di Garda. «Tra i quattro pilastri del documento per la strategia della macroregione Adriatico-Ionica ci sono l’ambiente e il turismo sostenibile: significa tutelare fiumi e laghi, quindi potete bussare alle porte dell’Europa». Gli occhi sono puntati anche su Brescia, dove la progettazione definitiva deve ancora essere affidata per le resistenze del territorio ad accettare nuovi depuratori. «Tra un po’ saremo pronti a definire le localizzazioni», ha assicurato Mario Bocchio del Cda di Acque bresciane. Secondo indiscrezioni l’ipotesi che si sta facendo strada sarebbe potenziare il depuratore di Montichiari per il basso lago e realizzare un nuovo impianto tra Gavardo e Muscoline per il medio e alto lago. •

Katia Ferraro

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