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«Collettore, Pfas
e Ca’ Filissine
Ecco i 245 milioni»

Una manifestazione contro l’inquinamento da PfasL’onorevole Alessia Rotta
Una manifestazione contro l’inquinamento da PfasL’onorevole Alessia Rotta
Una manifestazione contro l’inquinamento da PfasL’onorevole Alessia Rotta
Una manifestazione contro l’inquinamento da PfasL’onorevole Alessia Rotta

C’è il timbro della Corte dei Conti, datato 11 settembre. È il sigillo che rende reali i 245 milioni di euro stanziati dal Governo per tre interventi riguardanti l’ambiente e la salute dei cittadini e anche dell’economia locale dall’agricoltura all’allevamento: il nuovo collettore del Garda, che riceverà 100 milioni di euro; la lotta ai Pfas nell’acqua, 80 milioni; la bonifica di Cà Filissine, 65 milioni. Denaro spendibile da subito, per chi è pronto con la progettazione.

Gli onorevoli Pd Alessia Rotta, Diego Zardini e Gianni Dal Moro hanno dato ieri l’annuncio del «momento solenne» insieme al consigliere regionale Orietta Salemi e ai sindaci di Legnago, Pescantina e Brenzone, Clara Scapin, Luigi Cadura e Simone Bertoncelli. Non senza stoccate alla Regione definita «latitante e scaricabarile» su tematiche di sua competenza. Proprio la Regione è stata per tutta la giornata al centro di polemiche con il governo sui Pfas.

«Tre emergenze del Veronese, pur in concorrenza con le tante altre italiane, sono diventate priorità per la programmazione nazionale», ha sottolineato Rotta. «Non ricordo importi di tale entità nella storia recente di Verona», ha aggiunto Dal Moro. Con i fondi si farà fronte a «emergenze ambientali e di salute pubblica», ha aggiunto Zardini, «e si sosterranno forme di sviluppo sostenibile del turismo e del settore vitivinicolo come quello in Valpolicella». Era presente anche il vicesindaco di Negrar, Fausto Rossignoli, che ha definito l’intervento su Cà Filissine la cura a una ferita aperta in tutta la Valpolicella. Il maxifinanziamento del Governo ricadrà su una sezione di territorio che va dal Garda all’Est e alla Bassa.

COLLETTORE Sul lago urge la costruzione del nuovo collettore per 220 milioni di euro, di cui 85 per la sponda veronese e il resto per la bresciana. Vecchia di 40 anni, la rete di condotte, che porta la fognatura ai depuratori, passa sul fondale del lago ed è «scaduta» nel 2015. In alcuni tratti non è più ancorata al fondo e si solleva. Una rottura provocherebbe lo sversamento nel Garda e su questo anche la stampa estera è attenta. Il nuovo collettore sarà fatto sulla terra ferma e sostituirà le condotte sul fondo del lago, compresa la più problematica Toscolano Maderno-Torri. Dei 100 milioni, 40 saranno destinati al Veronese. Per utilizzarli, però, si deve completare la progettazione che costa 6 milioni (2,5 veronesi) per i quali Bertoncelli auspica un contributo delle Regioni Veneto e Lombardia.

Più finanziamenti arrivano, inoltre, meno si inciderà sui cittadini. La cifra restante, infatti, sarà coperta dalla tariffa in bolletta. I sindaci del Garda potrebbero, però, contribuire con parte della tassa di soggiorno. I lavori, inseriti nel piano degli investimento delle due Ato ed eseguiti dai gestori del servizio idrico Ags per Verona e Garda 1 per Brescia, sulla sponda scaligera dureranno otto anni (sei mesi l’anno, con lo stop in estate). Qui sarà data priorità al tratto Pergolana-Pioppi, che l’anno scorso era emerso a Lazise.

PFAS La questione si giocherà su due fronti: quello tecnico su come derivare acqua pulita e quello della salute. Il primo si risolverà adducendo da Est acqua che non necessita di filtri ai carboni attivi, operazione che oggi rende sicura l’acqua, ma i cui costi onerosi ricadranno sulle bollette: «Oltre il danno, la beffa», dice Scapin. Ai lavori, che però richiederanno cinque anni, concorreranno in quota parte Verona, Vicenza e Padova. Ato e gestori saranno i bracci operativi, ma serviranno cofinanziamenti della Regione. «Ma ancora da Venezia non abbiamo progettazioni», continua Scapin, «né ci si dice cosa rispondere ai genitori dei ragazzini le cui analisi rilevano la presenza di Pfas nel sangue. E servono finanziamenti anche per abbassare i costi in bolletta».

CA’ FILISSINE Pescantina, invece, è pronta per ricevere i 65 milioni di euro che copriranno in toto l’operazione di bonifica. «Con l’approvazione del progetto di dicembre e lo stanziamento attuale, la discarica è chiusa», assicura Cadura. «Il buco sarà colmato con materiali, non con rifiuti né inerti. Procederemo con l’accordo di programma e il bando per avviare la bonifica che richiederà 8 anni cui seguiranno i 30 di post mortem».

M aria Vittoria Adami

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