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Collettore, Ags pretende
certezze sui finanziamenti

La chiatta da cui sono calati i «materassi» sul collettore FOTO AMATO
La chiatta da cui sono calati i «materassi» sul collettore FOTO AMATO
La chiatta da cui sono calati i «materassi» sul collettore FOTO AMATO
La chiatta da cui sono calati i «materassi» sul collettore FOTO AMATO

Azienda gardesana servizi (Ags) vuole chiarezza sullo stanziamento governativo per il nuovo collettore del Garda e tramite la deputata veronese del Pd Alessia Rotta chiede un incontro al ministero dell’Ambiente.

Un nodo, quello del contributo statale per il rifacimento del collettore, che a distanza di otto mesi (fu annunciato in ottobre dall’allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti) non è ancora stato sciolto, in particolare per quanto riguarda le modalità e le condizioni per accedervi. Lo stanziamento annunciato a più riprese è di 100 milioni di euro, a fronte di una spesa di 220 milioni.

«Il governo con i suoi rappresentanti locali ha detto che i soldi ci sono e noi non lo mettiamo in dubbio», ha detto il presidente di Ags Alberto Tomei con un riferimento ai dubbi avanzati dal M5S. «Ora chiediamo certezze su importi e modalità di erogazione per definire la parte a nostro carico e procedere con la progettazione definitiva, finanziata con gli incrementi della tariffa del servizio idrico integrato». L’occasione per parlare del nuovo collettore è stata data dall’avvio dei lavori di manutenzione straordinaria sul tratto giudicato più critico del collettore esistente: la condotta subacquea che dalla Pergolana di Lazise arriva a località Pioppi a Peschiera.

L’intervento partito ieri durerà una settimana e sarà concentrato sulla porzione iniziale della condotta che un anno fa emerse per il ristagno dei gas dei reflui al suo interno.

Per ancorarla al fondale, con l’ausilio di una chiatta dotata di gru e sub si stanno posando sulla tubazione dei «materassi» di calcestruzzo, mentre nelle prossime settimane saranno realizzati quattro sfiati che periodicamente verranno aperti per far fuoriuscire eventuali gas (il costo totale dell’intervento è di 250mila euro, coperto da Ags). Ad assistere all’avvio dei lavori c’erano anche il sindaco di Lazise Luca Sebastiano, il responsabile dell’area tecnica di Ags Paolo Varotto e Angelo Cresco, neopresidente di Depurazioni benacensi, società che gestisce il depuratore di Peschiera.

Al di là dell’intervento «tampone» il pensiero corre allo stato di avanzamento della nuova infrastruttura, di cui si parla da anni ma per cui si è a malapena arrivati alla progettazione preliminare.

Nocciolo della questione, hanno spiegato i rappresentanti di Ags, è che nella delibera del Cipe dello scorso dicembre l’importo destinato alla tutela del territorio e delle acque (1,5 miliardi) è suddiviso per macro aree territoriali, senza il dettaglio delle opere finanziate. Oltre a chiedere la certezza della somma, nell’incontro al ministero Ags proporrà una bozza di protocollo d’intesa tra gli enti gestori del servizio (Ags e Garda Uno) e gli enti istituzionali «per definire importi a carico di ciascuno, priorità di intervento e coordinamento delle diverse fasi», ha detto Tomei richiamando alla corresponsabilità le Regioni Veneto e Lombardia. «Siamo disposti a diventare impopolari e a chiedere ai cittadini lacustri l’aumento delle tariffe dell’acqua per finanziare il progetto definitivo», ha incalzato Cresco, «ma in cambio governo e ministero devono garantire che quando il progetto sarà pronto accederemo a una prima tranche del contributo». K.F.

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