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Cinghiale morto investito «Ora bisogna sparare»

Un cinghiale come quello investito e ucciso da un’auto a Sega di Cavaion
Un cinghiale come quello investito e ucciso da un’auto a Sega di Cavaion
Un cinghiale come quello investito e ucciso da un’auto a Sega di Cavaion
Un cinghiale come quello investito e ucciso da un’auto a Sega di Cavaion

Camilla Madinelli «Bisogna allargare la zona venatoria dalla Lessinia al monte Baldo, in modo da permettere anche qui la caccia selettiva al cinghiale e garantirne così il contenimento». La proposta arriva dal consigliere della Provincia con delega alla polizia provinciale, il bardolinese Pierangelo Zorzi, all’indomani dell’incidente stradale causato domenica 26 novembre da un grosso cinghiale a Sega di Cavaion. Nell’investimento, un’auto è rimasta seriamente danneggiata e tanto spavento ha provato una famiglia che transitava poco dopo le 19 lungo la trafficata strada provinciale 11 in direzione Sant’Ambrogio di Valpolicella. «La situazione sta diventando insostenibile, chiederò all’assessore regionale alla caccia Giuseppe Pan di valutare seriamente l’istituzione di una zona venatoria sul Baldo, mirata però esclusivamente alla caccia al cinghiale», spiega Zorzi. «Quell’incidente a Sega non ha avuto gravi conseguenze per i passeggeri dell’automobile, per fortuna, ma un cinghiale in quell’area deve far riflettere. Come ne è arrivato uno, quella domenica sera, potrebbero arrivarne altri. Siamo in una zona di grande traffico veicolare e in mezzo alle case. E cosa succederebbe se a passare di lì nel momento in cui un cinghiale attraversa la strada fosse un motociclista oppure, peggio ancora, un ciclista? Qui non bisogna perdere tempo, bisogna pensare alla sicurezza dei cittadini e garantire l’ordine pubblico». È scettico, però, sull’inserimento a lato della carreggiata stradale degli appositi cartelli che avvertono del pericolo di attraversamento animali. Lo ha suggerito un membro della famiglia coinvolta nell’incidente viabilistico con il cinghiale e la collega consigliere provinciale con delega alle politiche montane, Serena Cubico, ha subito risposto che gli uffici della Provincia stanno valutando se è possibile accogliere tale richiesta. «La segnaletica può essere un primo passo, ma in questo momento servirebbe a ben poco. Da tempo i Comuni dell’area baldense ci segnalano danni a pascoli e colture, il che significa che i cinghiali si sono diffusi parecchio. A mio avviso bisogna andare a fondo del problema, se si vuole cercare di risolverlo», afferma Zorzi. Il consigliere provinciale, che è pure consigliere comunale di minoranza a Bardolino, racconta di aver avuto anche lui un incontro ravvicinato con uno di questi suini selvatici dalla corporatura massiccia e capaci comunque di spostarsi in modo veloce. «A settembre, a Spiazzi, sulla strada che sale da Caprino, me ne sono trovato uno davanti dopo una curva», rivela Zorzi. «Era immobile, io sono riuscito a fermarmi con l’auto e ho aspettato che si spostasse. Non è accaduto nulla, ma non è stato né semplice né piacevole». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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