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Chiaretto, il vino che rappresenta il lago di Garda

Brindisi degli amministratori alla Dogana Veneta FOTOSERVIZIO PECORA
Brindisi degli amministratori alla Dogana Veneta FOTOSERVIZIO PECORA
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Brindisi degli amministratori alla Dogana Veneta FOTOSERVIZIO PECORA

Dogana Veneta di Lazise vestita di rosa per celebrare la nuova annata del Chiaretto, designato vino simbolo del lago di Garda. Si è aperta ieri e si conclude oggi dalle 14 alle 20 con le degustazioni rivolte agli operatori l’Anteprima Chiaretto, decima edizione dell’evento organizzato dal Consorzio di tutela del Chiaretto e del Bardolino in collaborazione con il Comune di Lazise e il sostegno del ministero per le Politiche agricole alimentari e forestali e del Banco Bpm. A SOTTOLINEARE l’importanza crescente del rosato del lago di Garda c’è la doppia scelta strategica attuata dal Consorzio: dedicargli l’Anteprima da sempre condivisa con il rosso Bardolino (che godrà invece di un momento celebrativo il prossimo autunno per festeggiare i 50 anni della doc) e ospitare il «fratello» della sponda bresciana, il Valtènesi Chiaretto. Gemellaggio che in questi due giorni ha portato in Dogana 65 aziende e 140 vini rosé interpreti di una sempre maggiore richiesta di mercato. «Il nostro Chiaretto ha chiuso il 2017 con numeri davvero incoraggianti», ha rimarcato il presidente del Consorzio Bardolino Franco Cristoforetti: «più 12 per cento rispetto all’anno prima, che lo porta a rappresentare il 37 per cento del totale della denominazione con 9,5 milioni di bottiglie vendute soprattutto in Italia e Germania, i due nostri mercati di riferimento, ma finalmente registriamo anche l’interesse da parte di Scandinavia, Canada e Usa». SUCCESSO in parte dovuto alla «Rosé Revolution» che da quattro anni sta interessando il Chiaretto Bardolino. Una rivoluzione prima di tutto culturale, spiegano gli addetti ai lavori: rispettando il colore naturale delle uve d’origine si valorizzano le note agrumate della Corvina veronese e si ottiene una maggiore durata del vino. Al successo del Chiaretto ambasciatore del lago di Garda hanno brindato il sindaco di Lazise Luca Sebastiano e i colleghi di Bardolino Ivan De Beni, Castelnuovo Giovanni Peretti e Valeggio Angelo Tosoni, in rappresentanza dei 16 Comuni su cui si estende la doc Bardolino. Presente anche il presidente della Provincia di Verona Antonio Pastorello e il presidente del Consorzio della Valtènesi Alessandro Luzzago, che ha annunciato il compimento del gemellaggio per il primo fine settimana di giugno quando il Chiaretto Bardolino sarà presente a Moniga all’undicesima edizione di «Italia in rosa» con lo scopo di «affermare il lago di Garda come zona di elezione per la produzione dei rosati italiani». Sebastiano ha fatto gli onori di casa: «L’Anteprima è una manifestazione a cui teniamo molto perché coniuga le peculiarità del nostro territorio che è insieme agricoltura, turismo e commercio». Sullo sfondo c’è l’ulteriore novità avviata dal Consorzio del Chiaretto e del Bardolino, che nel luglio 2017 ha approvato i nuovi disciplinari per distinguere la doc Bardolino in tre sottozone di produzione (Monte Baldo, La Rocca e Sommacampagna) e creare una doc auto noma per il Chiaretto. Disciplinari che ora devono passare il vaglio del Ministero e di Bruxelles. Presentati in Dogana anche nuovo slogan internazionale per promuovere il Chiaretto gardesano («The italian dry rosé») e le prime bottiglie formato Magnum (1,5 litri) del Chiaretto Bardolino. QUANTO AI NUMERI, Il Consorzio di tutela del Chiaretto e del Bardolino associa 795 viticoltori, 120 vinificatori e 114 imbottigliatori, per un totale di 1.029 soci. Nell’ultimo decennio gli ingressi nel Consorzio sono stati tali da portare il suo indice di rappresentatività tra i più alti in Italia, al di sopra del 90% della produzione di uva dell’intera doc. In attesa dell’approvazione da parte del Ministero dei nuovi disciplinari, il vigneto a denominazione di origine è indistinto. Nel 2017 gli ettari rivendicati a doc sono stati 2.576 totali: considerato che il Chiaretto rappresenta il 37% della produzione, si può stimare che impegni l’equivalente di circa 1.000 ettari di vigneto.

Katia Ferraro

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