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Caso Serit, vicino l’appello
E ora arriva l’interrogazione

Un vecchio striscione di  protesta contro l’insediamento a Rivoli dell’impianto di Serit
Un vecchio striscione di protesta contro l’insediamento a Rivoli dell’impianto di Serit
Un vecchio striscione di  protesta contro l’insediamento a Rivoli dell’impianto di Serit
Un vecchio striscione di protesta contro l’insediamento a Rivoli dell’impianto di Serit

Vincenzo D’Arienzo vuole vedere chiaro nella scelta di Serit di affidare direttamente la costruzione del nuovo impianto e le relative opere di urbanizzazione nell’area di Rivoli in cui intende spostare la propria sede (oggi a Cavaion), senza alcuna procedura concorsuale.

Ed ecco allora la decisione del parlamentare scaligero del Pd di depositare un’interrogazione a risposta scritta indirizzata in primo luogo a Marianna Madia, ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione, e in seconda battuta a Graziano Delrio, ministro delle infrastrutture e dei trasporti, e Carlo Calenda, ministro dello sviluppo economico.

La tesi di fondo di Vincenzo D’Arienzo è che Serit (società servizi per l’igiene del territorio) sia un organismo di diritto pubblico. Se così dovesse venir confermato dal ministero, secondo il parlamentare immediata sarebbe l’esigenza di approfondire quanto sta avvenendo in terra veronese. Insomma, un nuovo elemento di peso si va ad aggiungere alla guerra tra comune di Rivoli, contrario con almeno 400 cittadini firmatari del ricorso al Tar alla richiesta di insediamento di Serit sul proprio territorio principalmente per motivi di impatto ambientale, e la stessa Serit guidata da Roberto Bissoli, società intenzionata a insediarsi quanto prima sull’ area di località Terramatta. Sulla vicenda si è espresso il Tar lo scorso aprile rigettando il ricorso del Comune ed è ormai prossimo l’appello al Consiglio di Stato.

Scrive D’Arienzo: «Serit è una società a totale partecipazione pubblica posseduta dal comune di Verona attraverso Agsm spa (100 per cento comune di Verona) e Amia spa (100 per cento comune di Verona) e da altri comuni della provincia veronese».

Serit inoltre «ha affidato direttamente a un soggetto la realizzazione di un’infrastruttura relativa alla propria attività, nonché l’esecuzione dei lavori di urbanizzazione dell’ area interessata». D’Arienzo specifica che sul sito di Serit si legge: «Si tratta di società soggetta ad attività di coordinamento di Amia spa» e ricorda che Amia è una società di pubblico servizio.

Nell’interrogazione il parlamentare del Pd cita a questo punto l’articolo 3, comma 26, del decreto legge n.163 del 2006 che definisce organismo di diritto pubblico un organismo: «A) istituito per soddisfare esigenze di interesse generale aventi carattere non industriale o commerciale; b) dotato di personalità giuridica; c) la cui attività sia finanziata in modo maggioritario dallo Stato o da enti pubblici territoriali o da altri organismi di diritto pubblico o la cui gestione sia soggetta al controllo di questi ultimi».

D’Arienzo ricorda quindi come Serit soddisfi tutti e tre i punti, perché, scrive, «Serit soddisfa esigenze di carattere generale, è dotata di personalità giuridica, la sua gestione è soggetta ad attività di direzione e coordinamento di Amia spa, quest’ultima società concessionaria di pubblico servizio e l’organo di amministrazione di Serit è designato da enti pubblici territoriali e organismi di diritto pubblico». Serit inoltre, sottolinea l’interrogazione, non opera in regime di concorrenza, ma di monopolio nell’ambito della raccolta dei rifiuti.

Madia e colleghi sono invitati a rispondere alla seguente domanda: «Se Serit, diversamente da come ha operato, avrebbe dovuto attivare una procedura concorsuale per la scelta del realizzatore di un’opera di urbanizzazione, per la scelta della società di leasing e per la scelta della banca che ha concesso il mutuo chirografario, come prevede il decreto legge n. 163 del 2006 che impone le gare pubbliche in tutta una serie di ipotesi di affidamento di lavori, servizi, forniture». Domanda infine D’ Arienzo, che ha depositato il documento lo scorso venerdì: «Quali iniziative di competenza i ministri interrogati intendano assumere, anche sul piano normativo, per evitare il ripetersi di casi analoghi». FR. MAZ.

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