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Case a un passo dai fiumi tra pericoli e regi decreti

Affi: la scuola materna a pochi metri dal Tasso FOTOSERVIZIO AMATOVia San Matteo nel Comune di Negrar: il progno passa tra le case
Affi: la scuola materna a pochi metri dal Tasso FOTOSERVIZIO AMATOVia San Matteo nel Comune di Negrar: il progno passa tra le case
Affi: la scuola materna a pochi metri dal Tasso FOTOSERVIZIO AMATOVia San Matteo nel Comune di Negrar: il progno passa tra le case
Affi: la scuola materna a pochi metri dal Tasso FOTOSERVIZIO AMATOVia San Matteo nel Comune di Negrar: il progno passa tra le case

Centinaia e centinaia di edifici sparsi per buona parte del territorio provinciale hanno le loro fondamenta dove, secondo la legge, non potrebbero stare. Si tratta di stabili che sorgono troppo vicino a fiumi e torrenti. Così vicino da diventare essi stessi fonte di pericoli. Stiamo parlando di strutture che spesso sono state costruite grazie ad alcune concessioni che, secondo quanto dicono i tecnici ed afferma la giurisprudenza, non sono regolari. Strutture che dovrebbero essere abbattute. Esse, infatti, contravvengono alle regole dettate da un Regio decreto che risale al 1904, ma che è tuttora in vigore, secondo il quale tutte le costruzioni devono sorgere e stare ad almeno dieci metri di distanza dai corsi d’acqua. Categoria, questa, nella quale non vanno ricompresi fossi e canali di irrigazione, per i quali valgono invece regole diverse. Quella dettata dal Regio decreto è una disposizione che, stando a vari pronunciamenti giudiziari, non è derogabile e che, se non rispettata, non può essere oggetto di sanatorie. Eppure, sono davvero tanti gli edifici che sono stati costruiti dopo il 1904 a meno di dieci metri dal piede degli argini, o dalla sponda, di fiumi e torrenti. Molte di queste situazioni sono dovute ad una prassi che per decenni è stata pacificamente adottata dalle amministrazioni locali. Interpretando a modo loro la norma, i Comuni hanno concesso delle deroghe alla distanza minima da rispettare. Deroghe che, di fatto, sono poi costantemente confermate, in sede di approvazione di ristrutturazioni od ampliamenti degli edifici. Così si scopre che ancora oggi ci sono scuole, condomini, palazzine e case in zone in cui sarebbe vietata l’edificazione persino di un ricovero per gli attrezzi. Situazioni che a volte hanno dell’incredibile, i casi più eclatanti sono presenti sul Lago ed in Valpolicella, e che sono potenzialmente pericolose. La presenza degli stabili rende difficile, se non addirittura impossibile, effettuare interventi di manutenzione di alvei ed arginature. È per questo che già più di un secolo fa era stato deciso di imporre distanze ben precise da rispettare. Distanze che, come spesso accade in Italia, poi sono però state calcolate usando l’elastico più che il metro. Tutti i sindaci del Veronese interpellati, assicurano, comunque, che finora fortunatamente dai pericoli non si è passati ai drammi. Qualcuno di essi, poi, racconta come il proprio Comune abbia avviato di recente forme di regolamentazione più attenta. E qualche altro precisa che le case vicino ai fiumi, attualmente, sono al sicuro. Intanto, però, le situazioni di rischio permangono. •

Luca Fiorin

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