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Caporetto
a Rivoli

Forte Wohlgemuth, sede fino a poco fa del Museo della Grande guerra Attrezzatura per il soccorso e la cura dei soldati feriti
Forte Wohlgemuth, sede fino a poco fa del Museo della Grande guerra Attrezzatura per il soccorso e la cura dei soldati feriti
Forte Wohlgemuth, sede fino a poco fa del Museo della Grande guerra Attrezzatura per il soccorso e la cura dei soldati feriti
Forte Wohlgemuth, sede fino a poco fa del Museo della Grande guerra Attrezzatura per il soccorso e la cura dei soldati feriti

Il Museo della Grande guerra Walter Rama di Rivoli lascia il Veronese e si trasferisce in terra mantovana. Dopo 17 anni nella Batteria alta di Forte Wohlgemuth, dove è nato e cresciuto grazie all’impegno della famiglia Rama, il museo con il numeroso materiale raccolto in decenni di ritrovamenti su campi di battaglia, restauri e donazioni è stato smantellato completamente da giugno a metà agosto. Ora tutta la collezione privata si trova in un magazzino in attesa di essere esposta a Borgoforte, paese di circa quattromila abitanti del comune di Borgo Virgilio, a poche decine di chilometri da Mantova.

Verona perde così il suo unico museo provinciale dedicato al primo conflitto mondiale, inaugurato il 19 maggio 2002, e un polo culturale da sviluppare a livello turistico e didattico tra Valdadige e lago di Garda. Solo lo scorso maggio sono stati 1.300 i ragazzi arrivati al Museo in visita con le scuole, accompagnati dal Rafting Club di Pescantina di Vladi Panato.

Nel 2016 gli ingressi sono stati 3.500, oltre il doppio dell’anno prima, grazie alla collaborazione con l’associazione di Panato e altri gruppi, insegnanti e istituti scolastici del Veronese.

Ma ora il Museo della Grande guerra non c’è più (e con esso il motivo principale delle visite al forte). Rivoli dice addio a una collezione di divise e mostrine dal 1949 a oggi, a oggetti appartenuti ai soldati in trincea come pure al pioniere veronese del paracadutismo mondiale Albino Turri, ad armi e cannoni, cartoline, arredi e dotazioni originali di una postazione mobile della Posta militare. Addio a oggetti unici come il mini paracadute di Turri, la riproduzione dell’aereo modello SVA con cui D’Annunzio sorvolò Vienna, la raccolta di documenti provenienti dalla biblioteca di Cesare Maria De Vecchi.

LA SCELTA. «A Rivoli non c’e- rano più i presupposti per proseguire», spiega Massimo Rama, nel direttivo dell’ associazione museale dedicata al fratello Walter (morto nel 2004 in un incidente con il paracadute) e guidata dal papà Giuseppe.

Parla di «incompatibilità di obiettivi», di una certa freddezza e di scarso interesse da parte dell’amministrazione comunale guidata da Armando Luchesa, di altre associazioni locali, della comunità. Dopo vari e vani tentativi di chiarimento e coinvolgimento, alla fine per il direttivo dell’associazione la strada è una sola: chiudere i battenti e portare via il materiale. Con amarezza, ma senza rimpianti. Riconsegnando locali e chiavi della Batteria alta, da meno di un mese di proprietà del Comune insieme a tutto il compendio militare per cessione a titolo gratuito da parte dell’Agenzia del Demanio.

«Non siamo arrabbiati con nessuno e non nutriamo rancore, sia chiaro», sottolinea Massimo Rama. «Semplicemente, abbiamo preso atto dell’impossibilità di andare avanti, a Rivoli, e di garantire un futuro al Museo. La sua creazione e gestione è stata un’esperienza faticosa, ma anche ricca di soddisfazioni, per me e soprattutto per papà. Ma ha fatto il suo corso e ora si chiude. Ce ne andiamo a testa alta, con onore. Certi di aver fatto qualcosa d’ importante per la comunità, di aver servito il territorio facendo cultura e promozione, di aver onorato i nostri impegni con le scuole fino all’ultimo pur tra mille incertezze».

DA VERONA A MANTOVA. I primi contatti tra l’associazione museale Walter Rama e l’amministrazione mantovana di Borgo Virgilio risalgono alla primavera. «Ci hanno chiesto in prestito un cannone per la cerimonia del 25 aprile», spiega Massimo Rama.

«Poi abbiamo approfondito i contatti e trovato un paese pronto a ospitarci, a mettere a disposizione spazi espositivi e pure una squadra di persone di supporto. Il sindaco Alessandro Beduschi ci ha accolto con entusiasmo e calore».

Nel Mantovano, comunque, non ci sarà una copia del Museo al Forte: «Sarà una cosa diversa, è giusto così», sottolinea Massimo Rama. Nessuna richiesta o contatto con altre realtà museali veronesi per tenere le collezioni «in casa» e non trasferirle fuori provincia?

«In tanti anni a Rivoli nessuna di queste si è mai fatta avanti dimostrando interesse verso il nostro materiale, non abbiamo né ricevuto né chiesto sostegno», conclude. «Borgo Virgilio si è fatto avanti, noi abbiamo colto l’opportunità».

Camilla Madinelli

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