<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
messa a cima Telegrafo

Baldo-Sudamerica
In centinaia
per Santa Rosa

Un pensiero alle vittime del terrorismo e dei terremoti
Festa di Santa Rosa a cima Telegrafo (GIARDINI)
Festa di Santa Rosa a cima Telegrafo (GIARDINI)
SANTA ROSA (GIARDINI)

Un saluto, anche in portoghese, a tutte le genti. Soprattutto a quelle che soffrono. Un pensiero alle vittime del terrorismo e dei terremoti. A chi cerca un futuro per la propria vita, lontano da casa. Monte Baldo-Sudamerica: un asse lunghissimo, nel nome di Santa Rosa da Lima, peruviana, a cui è intitolata la chiesetta a 2.147 metri sul Baldo, vicino al rifugio Barana, ma anche nel segno, quest’anno, di don Alberto Moreira, prete brasiliano, Superiore della Pia Società di Don Mazza. È lui, don Alberto, dalla croce di cima Telegrafo, a 2.200 metri, un pezzo di paradiso affacciato su monti, pianura e lago di Garda, a impartire la benedizione a tutte le genti.

 

È il momento finale - sottolineato poi dal canto Signore delle cime proposto dal coro La Fonte, di San Briccio, diretto da Lino Pasetto - della festa di Santa Rosa. Che ha radunato centinaia di escursionisti giunti per il tradizionale incontro dell’ultima domenica di agosto, organizzato da don Flavio Gelmetti, prete mazziano, cappellano della chiesette alpine del Baldo e del Carega, con i volontari Amici di Santa Rosa. Per la prima volta a Santa Rosa ha celebrato messa un prete latinoamericano, che guida l’Istituto mazziano a cui è affidato il servizio della messa in luglio e agosto, sul Baldo e sul Carega, e la cura delle chiesette. Don Moreira coglie un parallelo tra la vita e la montagna, tra la necessità di vivere una giornata lontano dal lavoro e dentro la natura, nell’amicizia, per «andare in vetta, per guardare il mondo con lucidità e obiettività, dal punto di vista di chi sta più in alto, cioè Dio, che conosce la verità». 

E.G.

Suggerimenti