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Atf, Bisagno attacca i due soci «Scelte errate»

L’arrivo della funivia a Tratto Spino, in questi giorni ricoperto di neve
L’arrivo della funivia a Tratto Spino, in questi giorni ricoperto di neve
L’arrivo della funivia a Tratto Spino, in questi giorni ricoperto di neve
L’arrivo della funivia a Tratto Spino, in questi giorni ricoperto di neve

Emanuele Zanini «Il presidente della Provincia Antonio Pastorello e il sindaco di Malcesine Nicola Marchesini nell’ultima assemblea della funivia hanno conseguito l’obiettivo politico che si ripromettevano: destabilizzare il consiglio di amministrazione di Atf (Azienda trasporti funicolari Malcesine Monte Baldo) e costringerlo a rassegnare le dimissioni». Usa parole di fuoco Marco Bisagno, presidente di Prada Costabella srl dal 2004 al 2008 e riconosciuto da più parti come uno dei registi dell’accordo tra funivia di Malcesine e Prada per riaprire gli impianti di risalita chiusi dall’agosto 2013. Secondo l’ avvocato veronese vicino al presidente di Atf Daniele Polato, dopo la presa di posizione dei due soci, il cda di Atf sarà pressoché obbligato a lasciare. Alla riunione del 21 dicembre, infatti, Pastorello per la Provincia e Marchesini per Malcesine (il terzo socio, Camera di Commercio, era assente) hanno deliberato di affidarsi a un parere della Prefettura in merito all’articolo 25, comma 4 dello Statuto di Atf: nomina di un nuovo cda al rinnovo di consigli o enti consorziati con almeno la metà delle quote di Atf: il riferimento è a Provincia, che detiene il 45 per cento delle quote e il cui consiglio è stato eletto a gennaio 2017, e a Malcesine, 30 per cento, il cui Consiglio è stato eletto nel 2015. Bisagno insiste sulle reponsabilità dei due soci: «Il cda non è più nella pienezza dei suoi poteri statutari. È sospeso a una risoluzione prefettizia ed esposto al rischio di essere visto come un organo composto da persone che vogliono rimanere attaccate alla poltrona». «Così», prosegue, «i due soci hanno prospettato una possibile decadenza del cda, ponendolo in una situazione ambigua. La dignità dei componenti del cda imporrà loro di dimettersi». Bisagno attacca: «Si realizza il disegno del presidente della Provincia e del sindaco di Malcesine, che nella sostanza hanno sfiduciato il cda. Il primo mosso da fini personali in vista delle prossime politiche, il secondo, incalzato dalla minoranza, spera di far nominare nel cda un presidente malcesinese. Un piano non assecondato da Camera di Commercio», aggiunge, «che guarda alla natura economica e imprenditoriale di Atf e alle sue scelte gestionali, che hanno portato l’azienda a risultati rilevanti grazie soprattutto all’attuale cda». Per Bisagno «Atf da 50 anni è riconosciuto come ente economico. Ora le si vuole mettere una camicia di forza, rendendo la società ingovernabile con conseguenze inimmaginabili per il territorio». Secondo l’avvocato, infatti, con la decisione dei due soci potrebbe essere compromesso il progetto da tre milioni presentato da Atf per riaprire gli impianti di Prada. Bisagno ritorna sulla questione stipendi cda che, secondo quanto stabilito sempre nell’ultima assemblea di Atf, dovranno essere azzerati e restituiti dal 2010 ad oggi, secondo l’articolo 5, comma 7 del decreto legislativo 78 del 31 maggio 2010, convertito nella legge 122 del 30 luglio. «C’era un bando pubblico che stabiliva determinate condizioni che i candidati hanno seguito. Le regole si dovevano accertare nel 2010, non adesso. E perché la vicenda è emersa ora e non a gennaio, quando è stato eletto il consiglio provinciale e si è presentata la questione dell’articolo 25?», chiede Bisagno. «È una vicenda kafkiana. Si privilegia una cacciata politica invece di far concludere al cda il naturale mandato quadriennale a fine 2018 e solo allora emettere un bando con eventuali modifiche statutarie. Siamo alla follia». REPLICA PASTORELLO «Marco Bisagno stia tranquillo. Non ho ambizioni politiche e non ho interesse a diventare deputato. Finisco il mandato da presidente della Provincia e poi chiudo la mia carriera politica. Sono rimasto troppo deluso», afferma Antonio Pastorello. «Ho un grande rispetto nei suoi confronti e prendo atto di quello che dice, ma non accetto insinuazioni sul mio conto. Marco, amico stimato, sa benissimo chi sono io». Il presidente della Provincia entra poi nel merito della vicenda: «per me la questione legata all’articolo 25 dello Statuto è stato un fulmine a ciel sereno». Per questo Pastorello ha inoltrato alla Prefettura richiesta di parere sulla nomina di un nuovo cda al rinnovo dei Consigli degli enti consorziati. «Riguardo al bando», aggiunge riferendosi alla querelle dei compensi del cda, «mi era stato presentato dal direttore di Atf. Qualsiasi altro avrebbe firmato al posto mio, pensando fosse tutto a posto. Inoltre il segretario provinciale di allora su questi punti aveva chiesto chiarimenti al direttore di Atf senza ottenere risposta». «A Bisagno mando un abbraccio», conclude, «anche se sta facendo l’avvocato di qualcun altro». Un chiaro riferimento al presidente di Atf Daniele Polato, con il quale i rapporti si sono incrinati. «Ho cercato diverse volte Polato per parlarci ma pare sia sempre molto impegnato». INTERVIENE MARCHESINI Anche Nicola Marchesini va giù duro. «Non ho mai avuto il piacere di conoscere l’avvocato Bisagno e non comprendo a che titolo, se non personale, intervenga su una questione amministrativa tra soci proprietari e cda della Funivia», premette il sindaco di Malcesine. «Si cade nel ridicolo, si crea ad arte una vicenda politica e di poltrone, da cui la Funivia sarebbe bene venisse esentata. Invece ci sono tentativi di distorcere una trasparente situazione amministrativa in cui chi è in buona fede e conosce i fatti mantiene la calma, mentre altri smuovono mari e monti». Per quanto riguarda gli investimenti sugli impianti di Prada, avallati dal Consiglio comunale di Malcesine, «Non vedo il nesso con questa vicenda, a parte il voler fare politica nel senso meno nobile del termine. Cerchiamo di essere seri», conclude Marchesini, «mi pare che qualcuno si agiti un po’ troppo, non solo l’avvocato Bisagno». •

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