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A Bardolino

Arresto cardiaco,
anziana salvata
da due «angeli»

A Bardolino
Francesco Quinto e Nicola Arietti (foto Amato)
Francesco Quinto e Nicola Arietti (foto Amato)
Francesco Quinto e Nicola Arietti (foto Amato)
Francesco Quinto e Nicola Arietti (foto Amato)

S’è sentita male all’improvviso, un forte dolore al petto, una gran fatica a respirare ed ha perso i sensi. È svenuta in mezzo alla strada, in centro a Bardolino, a due passi dal lago, la gente intorno ha iniziato a chiedere aiuto: i commercianti sono usciti dai negozi, il cameriere di un bar s’è attaccato al telefono a chiamare i soccorsi, una passante è andata direttamente al Comando dei vigili, accanto al municipio, dove c’è un defibrillatore.

Ieri mattina alle 10.30 a Bardolino si sono vissuti attimi di grande concitazione per salvare Maria, 85 anni, una che vive in paese, colpita da un attacco al cuore mentre a piedi stava andando a fare le solite commissioni.

«E’ arrivata in ufficio una signora agitatissima, diceva che c’era un’anziana accasciata sull’asfalto che stava molto male», racconta Francesco Quinto, assistente di polizia locale, «diceva che serviva qualcuno capace di usare il defibrillatore, che bisognava fare in fretta perchè ogni secondo perso poteva essere fatale. Ero da solo in ufficio», continua il vigile, «senza pensarci sono uscito di corsa dirigendomi verso il Comune dove si trova uno dei Dae (Defibrillatore Automatico Esterno) disponibili sul territorio, l’ho preso dalla teca in cui si trova e sono corso in vicolo Sirmione, dove c’era la donna in arresto cardiaco».

«Avevo pure io il cuore in gola ma ho cercato», spiega, «di mantenere la calma e di concentrarmi sul da farsi: il 12 gennaio, fatalità, tutti noi vigili urbani avevamo fatto il corso per essere abilitati all’uso del defibrillatore, quindi ero fresco di “teoria“ e di manovre rianimatorie».

«Solo che», ammette il vigile, «un conto è procedere su un manichino, un altro su una persona in carne ed ossa la cui vita dipende solo dalla velocità con cui riesci a far tornare il battito andato in tilt. Ho dato la prima scarica ma la signora non ha ripreso a respirare e ho continuato con il massaggio cardiaco». «In quel momento per fortuna mi ha raggiunto anche il presidente dell’associazione Cuore Bardolinese, Nicola Arietti, che stava lavorando in un hotel lì vicino, e mi ha dato il cambio con il massaggio cardiaco, fino all’arrivo dell’ambulanza».

«Sono state date in tutto quattro scariche con il Dae», racconta a sua volta Arietti, «per far ripartire il cuore della signora Maria, poi, una volta stabilizzata, l’ambulanza l’ha portata alla Pederzoli a Peschiera dove è stata presa in carico dai cardiologi della clinica. Ora, c’è solo da aspettare». Le condizioni dell’anziana sono critiche, anche se ieri mattina l’arresto cardiaco è stato «risolto» grazie al tempismo con cui il vigile e tutti gli altri soccorritori hanno applicato le manovre salvavita. La prognosi medica della Casa di cura arilicense resta infatti riservata. Saranno fondamentali le prossime ore per sapere se Maria ce la farà a sopravvivere.

Camilla Ferro

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