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Arpav, l’aria è «accettabile»
ma con smog da grande città

Il comitato anti traffico durante una manifestazione davanti alla centralina di Arpav in via Messedaglia
Il comitato anti traffico durante una manifestazione davanti alla centralina di Arpav in via Messedaglia
Il comitato anti traffico durante una manifestazione davanti alla centralina di Arpav in via Messedaglia
Il comitato anti traffico durante una manifestazione davanti alla centralina di Arpav in via Messedaglia

L’aria del centro di Villafranca è «accettabile», ma il suo dato più critico è legato alla presenza degli ossidi di azoto, ovvero le emissioni da traffico, che pur non avendo sforato dai parametri di legge, hanno raggiunto valori più elevati di quelli di Verona.

Villafranca è cresciuta, insomma, e con lei anche la portata dell’inquinamento pari a quello di centri urbani più grandi.

Lo dicono i dati della centralina dell’Arpav, ora pubblici sul suo sito, che ha effettuato il monitoraggio dell’aria in via Angelo Messedaglia in inverno e in estate.

L’agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale ha pubblicato i risultati concludendo che «la qualità dell’aria nel Comune di Villafranca è risultata prevalentemente accettabile sia in estate sia in inverno» pur registrando, durante la campagna invernale, quattro giornate con qualità dell’aria «pessima o scadente».

La centralina ha monitorato l’arteria stradale battuta dai mezzi pesanti sulla direttrice Mantova-Verona dal 22 gennaio al 30 marzo e dal 13 giugno al 29 luglio.

È stata misurata la presenza di inquinanti chimici come monossido di carbonio, anidride solforosa, biossido di azoto, ossidi di azoto e ozono. Sono stati effettuati anche campionamenti sulle polveri inalabili Pm10 per quantificare la presenza di benzene, idrocarburi e metalli come arsenico, cadmio, nichel e piombo. I risultati sono stati poi confrontati con quelli delle centraline di Borgo Milano e di Giarol a Verona, concludendo che la situazione di Villafranca è molto simile a quella scaligera in particolare per l’andamento delle concentrazioni delle polveri sottili e per gli idrocarburi come il benzene. Altro dato emerso è la maggior incidenza di inquinamento nei mesi invernali, già rilevata dai cittadini negli scorsi mesi di dicembre e gennaio e sottolineata anche da Legambiente a inizio d’anno che aveva rilevato che via Nino Bixio era più inquinata di corso Milano a Verona.

Arpav spiega che non vi sono sforamenti oltre i limiti di inquinanti. In inverno, periodo più critico, sono stati misurati anche i metalli pesanti. I valori rientrano nei parametri per cadmio, nichel e arsenico. Anche per il piombo che pure presenta valori tipici delle aree urbane.

Nei parametri il biossido di azoto, superiore a Villafranca rispetto alle due postazioni di Verona, che ha registrato picchi al mattino e alla sera, in corrispondenza delle ore di maggior traffico, allentandosi alla domenica. Lo stesso vale per il biossido di zolfo. In estate sono stati registrati 20 superamenti del limite di ozono nelle ore più calde di luglio.

Per ciò che riguarda le polveri sottili, nei 67 giorni di monitoraggio, la concentrazione di Pm10 ha superato sette volte il limite giornaliero che non deve andare oltre per più di 35 volte l’anno. Tali superamenti sono avvenuti a gennaio e a marzo, in giorni di tempo stabile e soleggiato e con poco vento.

Nei primi dieci giorni di campagna le polveri hanno raggiunto dei valori molto elevati, di circa tre volte il limite normativo, in tutta la provincia.

La presenza di Pm10, biossido di azoto e ozono danno l’indice di qualità dell’aria, su una scala di cinque giudizi: buona, accettabile, mediocre, scadente e pessima. Per la maggior parte Villafranca è stata definita «accettabile»: per nessuno dei tre inquinanti vi sono stati superamenti e quindi non vi sono criticità legate alla qualità dell’aria. Per quattro giorni invernali è stata «pessima»: almeno uno dei tre inquinanti ha superato l’indicatore.

Maria Vittoria Adami

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