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«Animali
in piena
espansione»

Commenta il biologo Ivano Confortini, responsabile del Servizio tutela faunistico ambientale della Provincia, dopo aver avuto la comunicazione dei dati che saranno presto ufficialmente consegnati: «Le condizioni meteorologiche favorevoli che hanno caratterizzato il censimento ci consentono, forse per la prima volta in tanti anni, di quantificare con una buona attendibilità, la popolazione dei camosci del Baldo. I valori rilevati confermano l’ottimo stato della popolazione quantificata in 1400/1500 esemplari. Cifre che mi riservo, in ogni caso, di valutare nel dettaglio».

«Numeri», aggiunge, «decisamente superiori a quelli stimati come massimi, pari a circa 600, dagli studiosi che, tra il 1987 e il 1993, elaborarono il piano di reintroduzione della specie. Ciò sarebbe anche dovuto», dice, «alla sua espansione nelle zone poco vocate, come i boschi del versante gardesano e della Valdadige». «Dal punto di vista sanitario», prosegue quindi l’esperto, «il camoscio, in questo momento, gode di ottima salute anche se le preoccupazioni dei cacciatori sono legittime. Tuttavia, poiché il territorio in cui vive questa specie è in gran parte classificato come oasi di protezione, la legge non ne prevede il prelievo se non nella forma del controllo su parere dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale».

«E qui sta il nocciolo della questione», precisa ancora l’esperto: «Ad ogni modo, nelle zone marginali dell’oasi il camoscio risulta cacciabile, non essendo specie protetta. L’anno scorso, quando furono contati 1094 capi, la Provincia permise di abbatterne 55 e ne furono abbattuti 48».B.B.

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