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«Anche i soccorritori
rischiano nel lago»

Il comandante della Guardia Costiera Sandy BallisUn gommone della Guardia Costiera
Il comandante della Guardia Costiera Sandy BallisUn gommone della Guardia Costiera
Il comandante della Guardia Costiera Sandy BallisUn gommone della Guardia Costiera
Il comandante della Guardia Costiera Sandy BallisUn gommone della Guardia Costiera

Sulle acque del Garda non è emergenza sicurezza, però si puàò parlare di emergenza imprudenza. A dirlo sono i dati, funesti, degli ultimi due mesi che la Guardia Costiera di stanza a Salò ha in mano e che riguardano morti, feriti in acqua, dispersi, salvati e sanzionati dei primi due mesi della stagione turistica 2017. Facendo la conta dei deceduti, purtroppo dai primi di giugno al 22 luglio ci sono già ben cinque casi: tre persone sono morte nelle acque bresciane e due in quelle scaligere. In buona parte di queste tragedie, purtroppo, un ruolo determinante lo ha giocato l’imprudenza.

Eppure il protocollo operativo che vede la Guardia Costiera coordinare i soccorsi è molto efficace: in meno di 10 minuti, gli uomini agli ordini del comandante Sandy Ballis sono in grado di raggiungere ogni angolo del lago utilizzando o direttamente le proprie imbarcazioni, o dirigendo sul posto quelle più vicine della Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e perfino dei Volontari del Garda, per le ricerche subacquee.

Partendo dall’ultimo caso di cronaca, ovvero quello accaduto a Peschiera poco dopo le tre del mattino di lunedì, si vengono a scoprire dettagli che lasciano basiti. Poco dopo le tre di lunedì, infatti, i Vigili del Fuoco e la Guardia Costiera, oltre ai Carabinieri via terra, intervengono per salvare una coppia di belgi che si era tuffata in acqua per fare un bagno notturno in mezzo al lago, lasciando in barca un’altra coppia di amici con quattro figli, di età compresa tra pochi anni e l’ adolescenza. Nessuna delle persone rimaste a bordo sapeva timonare una barca.

Ad aggravare la situazione due fatti: primo, c’era un forte temporale in arrivo per il quale era già stata diramata l’allerta meteo dalla Protezione Civile Regionale. Secondo, una volta salvati i due temerari nuotatori, le forze dell’ordine li hanno sottoposti all’alcoltest. Risultato: stato di ebbrezza e conseguente sanzione amministrativa da 2066 fino a 8263. «Stiamo valutando il da farsi», spiegano alla Guardia Costiera.

Per arrivare a salvare gli otto turisti belgi, inoltre, gli uomini dei Vigili del Fuoco e della Guardia Costiera hanno rischiato a loro volta la vita a causa dell’incipiente fortunale. L’allarme arrivato al 112 parlava di due dispersi in acqua e di una barca alla deriva nel basso lago, per cui la Guardia Costiera ha deciso di utilizzare il gommone di altura, che ha pescaggio inferiore rispetto alla motovedetta più grande, l’ammiraglia 703. Ma il gommone è meno stabile della motovedetta e, con un temporale fortissimo come quello di lunedì sera, è già molto se nessuno s’è fatto male per salvare gli altri. «La fortuna», confermano i soccorritori, «è che non c’era onda alta: c’erano lampi, tuoni e una bomba d’acqua che non faceva vedere nulla, ma non onda alta». «Con il Gps e il radar riusciamo a navigare anche al buio, ma se ci fosse stata onda alta non so come ce la saremmo cavata», ammettono.

Quello di Peschiera, come detto, è però solo uno dei casi più recenti. Altri casi parlano di imbarcazioni incagliate nelle scogliere ad esempio - è un classico - nella parte a sud dell’isola del Garda. Ancora una volta, per salvare i naufraghi nel lago, la Guardia Costiera, la Polizia, i Vigili del Fuoco e tutti gli altri rischiano la vita, specie di notte.

Di recente è capitato anche che qualcuno si sia ferito con le eliche del motore del motoscafo a noleggio, e poi si parla di scafi che trainano gonfiabili, moto d’acqua che sfrecciano sotto costa e fuori dai limiti consentiti e altro ancora. Ma è giusto mettere a rischio la vita degli altri per la propria imprudenza? E perché per guidare un’auto serve la patente ma, per timonare una barca fino a 40,8 cavalli, che con i nuovi motori può anche essere grossa e molto veloce, la patente non serve? Domande che meritano una riflessione.

Gerardo Musuraca

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