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Ai referendum
il paese è sempre
controcorrente

Il Comune di Brenzone si conferma il «paese bestia nera» dei referendum italiani. Mentre tutti gli altri centri in provincia di Verona, come pure la quasi totalità della regione Veneto (tranne altri quattro municipi, oltre Brenzone, cioè Soverzene, Lorenzago e Zoppe di Cadore nel bellunese, e Pedemonte nel Vicentino), hanno confermato il «no» alla riforma costituzionale del 4 dicembre scorso, è rimasto solo il paese lacustre a sventolare quella del «sì» nell’intera provincia di Verona. In controtendenza, cioè, rispetto a tutti e 98 gli altri. Ma c’è di più. Il voto a favore del «sì» alla riforma arriva solo da una delle due sezioni in cui è suddiviso il territorio, e cioè quella di Castelletto. Qui, infatti, i «sì» sono stati 350 contro i 305 «no». A Magugano, infatti, che è la sezione del capoluogo, ha vinto il «no» con 30 voti di scarto, cioè 369 contro 339.

Complessivamente, quindi, hanno potuto prevalere i 689 «sì» a Brenzone contro i 674 «no» solo grazie allo scarto avutosi nel seggio di Castelletto. Ma non è la prima volta che Brenzone vota diversamente dal resto della provincia, della regione o anche della nazione. Nel 2006, ad esempio, era successa la stessa cosa quando aveva vinto il «no» alla riforma della Costituzione, elaborata all’epoca dalla Casa delle libertà. Nel 2006 il voto di Castelletto aveva rappresentato una piccola, grande eccezione nella montagna di «sì» piovuti in tutta la nostra provincia. Nel comune di Brenzone, invece, aveva vinto il «no». E pure nel 2006 era stato l’unico paese tra i 98 Comuni scaligeri a pensarla diversamente dagli altri: 606 no contro 587 sì, ovvero il 50,80 contro il 49,20 per cento. La differenza stava sempre a Castelletto: i voti a favore del «no» erano stati 391 contro i 240 dei «sì».

Un caso particolare e tutto veronese, quindi, dove però nessuno vuol apertamente puntare il dito verso il «peso elettorale» che potrebbero avere le potenziali elettrici in tonaca nera di Castelletto, ovvero le Piccole suore della Sacra Famiglia. Ma su facebook qualcuno ha polemizzato contro una presunta «lobby religiosa». Tanto che il sindaco, Tommaso Bertoncelli, anche presidente del Comitato del «sì» di Brenzone, ha replicato scrivendo: «Le suore sono poche, solo 58 hanno votato. E non votano mai compatte. Ma è facile trovare scuse o appigli», ha detto chiudendo la polemica. G.M.

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