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Abusi edilizi all’hotel
Prosciolto ex sindaco
Michele Benamati

Solo Danilo Mazzoldi, proprietario dell’hotel Venezia di Malcesine che, secondo l’ipotesi del pm Valeria Ardito, era stato ampliato sulla base di un permesso a costruire che violava le norme relative al limite massimo, alla distanza dal ciglio della strada e alla distanza minima tra costruzioni, andrà a processo per rispondere dell’abuso edilizio, contravvenzione commessa fino al maggio 2012.

Solo per lui (difesa Baciga-Barana) l’iter giudiziario prosegue (comparirà a fine gennaio davanti al giudice Rita Caccamo) perchè ieri il gup Livia Magri ha assolto l’ex capo dell’ufficio tecnico Stefano Parolari dalle tre ipotesi di abuso d’ufficio: per l’accusa due in concorso con Mazzoldi e una con l’ex sindaco Michele Benamati. E per quest’ultimo (che non si era avvalso di alcun rito alternativo) il magistrato ha disposto il non luogo a procedere.

Un fascicolo che prende le mosse dai ricorsi presentati dai confinanti dell’hotel (tra cui l’ex ministro Treu): si rivolsero a Tar e poi al Consiglio di Stato ed entrambi i tribunali amministrativi decretarono illegittimo l’ampliamento. In forza al piano casa di Malcesine il 6 dicembre 2011 venne rilasciato il permesso di costruire, ovvero di ampliare, la struttura ricettiva. Stando all’imputazione (che si rifà alla legge regionale) il massimo dell’ampliamento doveva essere il 20% della superficie mentre invece si faceva riferimento al volume. E a seguire le altre violazioni, ovvero la distanza minima dalla strada, dalla sponda del lago e tra costruzioni. Il Tar dichiarò illegittimo quel permesso a costruire (rilasciato da Parolari) con sentenza del 12 aprile 2012 e 6 mesi dopo il consiglio di Stato confermò la sentenza di primo grado. Nel dicembre dello stesso anno venne ordinata la demolizione e la rimessa in pristino perchè i confinanti iniziarono a inviare diffide. Non venne abbattuto e anzi Parolari rilasciò il certificato di agibilità nel maggio 2013.

Per questo suo comportamento Parolari (difesa Lugoboni-Vanti) è stato assolto «perchè il fatto non sussiste»mentre per il rilascio del permesso a costruire, per la procura illegittimo perché in violazione di quanto contenuto nel piano casa, l’assoluzione è arrivata «perchè il fatto non costituisce reato».

Assolto anche per il terzo abuso d’ufficio: quello che per il pm Ardito aveva commesso in concorso con l’ex sindaco Benamati (difesa Pellicini). Nel giugno 2014 Parolari venne condannato a un anno e sei mesi per la vicenda del «chiosco Pedro II» con interdizione dai pubblici uffici. L’allora primo cittadino gli prorogò l’incarico fino al 6 ottobre sostenendo di attendere le motivazioni. Era tutto regolare.F.M.

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