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Solidarietà, arte e fantasia

Volti da calendario
Sono dell’allegra
brigata Monteverde

Solidarietà, arte e fantasia
Il calendario della cooperativa sociale Monteverde FOTOSERVIZIO PECORALa cena di gala a Soave è stata un’autentica festa
Il calendario della cooperativa sociale Monteverde FOTOSERVIZIO PECORALa cena di gala a Soave è stata un’autentica festa
Il calendario della Monteverde

La marmitta che diventa un inconsueto quattrozampe con cui fare trekking, due pneumatici trasformati in bilanciere, un cerchione utilizzato come un pallone da calcio: se i pulmini esplodono, ed i pezzi finiscono in giro per il mondo, a giocar di fantasia si può pensare di utilizzarli anche così. Il fotoracconto in 12 scatti, finalizzato a lanciare la raccolta fondi per l’acquisto di due pulmini, la cooperativa sociale Monteverde Onlus l’ha fatto diventare un calendario: dodici mesi, dodici scatti, dodici protagonisti, otto dei quali utenti del Ceod della coop attiva da un trentennio tra San Zeno di Colognola ai Colli (dove è nata), Badia Calavena e Tregnago.

 

Per presentarlo, e raccontare sia la storia che c’è dietro che quella ancora da scrivere, la coop guidata da Giovanni Soriato ha scelto una serata di gala di cui sono stati protagonisti imprenditori del territorio e rappresentanti delle categorie economiche (Renato Della Bella per Apindustria Verona e Marina Scavini per Api donne, giusto per fare due nomi): l’idea l’hanno avuta Mara, Martina e Maria, la triade della Locanda del borgo a Soave che, a furia di ospitare sposi, e aver visto diverse bomboniere «made in Monteverde», ha voluto andare a scoprire che cosa ci fosse dietro e, appreso il bisogno della coop, ha deciso di organizzare una cena solidale (alla quale Giulia, Andrea ed Enrico, tre dei ragazzi del Ceod, hanno partecipato in veste di camerieri) per sostenere il progetto «Amico a 4 ruote».

 

Sono le ruote dei pulmini che, complici i 400 mila chilometri macinati da quello storico e le magagne di quello leggermente più giovane, devono essere cambiati: da quelle ruote, infatti, passa la possibilità per le persone con disabilità che fanno riferimento al centro diurno di raggiungere il Ceod e trascorrere buona parte della giornata seguendo percorsi educativi e di animazione dedicati, vivere la dimensione socializzante di questo «club» costruito su misura per loro concedendo il giusto sollievo alle famiglie. PER IMPORRE questo bisogno la coop ha mobilitato proprio gli utenti a partire da uno stimolo, cioè l’idea che il pulmino, evidentemente esausto, fosse scoppiato e i suoi pezzi fossero finiti in giro per il mondo.

 

Bisognava provare a recuperare i pezzi, e così si è fatto, chiedendo aiuto però alle diverse attività della Val d’Ilasi: una volta raccolti i «cocci», e preso atto della impossibilità di riassemblarli nell’ordine originale, Paola, Omar, Giampietro, Leonzio, Giulia, Matteo, Lisa, Elia, Giulia, Matteo, Cristian e Stefania li hanno trasformati in altro e poi hanno giocato a far i modelli immaginandosi anche l’idea di un viaggio. Davanti all’obiettivo di Rodolfo Hernandez, Alberto Scorsin e Giuseppe Pasinato (i fotografi di RhoadStudio) ogni pezzo del pulmino è diventato qualcos’altro nel calendario «Se la direzione è l’altro... la distanza non conta». È stato un modo diverso per raccontare, come ha sottolineato il presidente Tosato, «un territorio in cui ognuno trova realizzazione personale con dignità». Passa da qui, dalla vendita dei calendari che sono il frutto di un progetto educativo collettivo che ha coinvolto anche piccoli imprenditori della Val d’Illasi, l’avvio del fundraising (la raccolta fondi) finalizzato a mettere insieme i 100 mila euro complessivi (due step, pulmino per pulmino) necessari all’acquisto dei due mezzi.

 

Ne sono stampati in 3 mila esemplari, proposti in tre diversi formati, e distribuiti in zona oppure prenotabili direttamente alla Monteverde (045.7808562). Un’altra strada è stata la cena di raccolta fondi che è servita anche a ricordare al mondo dell’impresa come passi anche dal lavoro l’inclusione sociale delle persone con disabilità. «Monteverde è uno dei nostri orgogli», ha detto Luciano Zanin (presidente uscente di Assif, Associazione italiana fundraiser), «è una delle poche realtà italiane correttamente interpreti del ruolo del terzo settore. Monteverde invita alla scoperta del dono, si impegna a costruire e mantenere le relazioni... sostanzialmente la felicità».

Paola Dalli Cani

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