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Val d’Alpone e i profughi
Sì allo Sprar a paesi alterni

Profughi ospitati in un centro d’accoglienza a Verona
Profughi ospitati in un centro d’accoglienza a Verona
Profughi ospitati in un centro d’accoglienza a Verona
Profughi ospitati in un centro d’accoglienza a Verona

In Val d'Alpone accoglienza a paesi alterni per i profughi. Se Monteforte venerdì in Consiglio comunale ha detto sì allo Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, oggi a Roncà il sindaco Roberto Turri affronta il tema partendo dal suo no. Davanti a una maggioranza assoluta (perché alle ultime amministrative corse solo la Lega Nord che scommise ancora su di lui), Turri aprirà la discussione che parte però dal no senza se e senza ma che mandò al prefetto Salvatore Mulas il giorno in cui il rappresentante del Governo convocò i sindaci per illustrare loro il problema dell'accoglienza.

E giovedì sera il copione si ripeterà a San Giovanni Ilarione quando il sindaco leghista Ellen Cavazza affronterà la questione partendo anch'ella da quella lettera, che venne scritta a quattro mani.

In mezzo c'è Montecchia di Crosara e in cima alla valle Vestenanova: in entrambi i Comuni un Consiglio comunale dedicato all'argomento non è stato ancora convocato ma i sindaci Edoardo Pallaro ed Edo Dalla Verde hanno già messo in moto la macchina della ricerca di alloggi disponibili all'accoglienza. Fermo restando la volontà che sarà espressa dai rispettivi Consigli comunali, è evidente l'orientamento dei primi cittadini verso l'adesione al sistema che calmiera le presenze di richiedenti asilo nella proporzione di tre ogni mille abitanti: senza Sprar, invece, gli invii di richiedenti asilo corrisponde solo al numero di posti che i privati (attraverso trattative dirette con la Prefettura e senza alcun ruolo in capo ai Comuni) mettono a disposizione.

Vestenanova ha fissato per giovedì il termine ultimo per i privati che vogliano candidare alloggi all'accoglienza: per Montecchia, invece, il termine slitta al 3 marzo.

L'avviso pubblicato da tutti e due i Comuni è, tecnicamente, una «indagine esplorativa per verificare la disponibilità sul mercato di immobili ad uso abitativo/residenziale per eventuale applicazione piano nazionale di riparto migranti»: il «bando» fa riferimento a un periodo di accoglienza che andrà fino alla fine del 2018 e chiarisce che si tratta solo di una ricognizione non vincolante per nessuna delle parti. Essenziale è che gli alloggi che i privati vogliano affittare per l'accoglienza siano rispondenti alle norme urbanistiche, costruttive e siano a norma dal punto di vista dei servizi e degli impianti.

Se i due Consigli comunali voteranno per l'adesione al sistema Sprar si farà il passo successivo, cioè l'articolazione di un progetto (da sottoporre al vaglio della Prefettura) e l'individuazione di una cooperativa che, su mandato del Comune e attraverso una gara ad evidenza pubblica, diventerà gestore dello Sprar.

Tornando, infine, a Monteforte, la discussione non sembra essere stata archiviata in Consiglio comunale: alcuni schieramenti del paese ma anche Verona ai veronesi, che il 30 gennaio aveva sfilato in Val d'Alpone per gridare «Stop furti», annunciano imminenti prese di posizione e iniziative di protesta.

Paola Dalli Cani

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