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«Undici minuti indimenticabili»

Cantanti e figuranti rispondono al lungo applauso degli spettatori della Scala al termine dell’«Andrea Chénier» inaugurale
Cantanti e figuranti rispondono al lungo applauso degli spettatori della Scala al termine dell’«Andrea Chénier» inaugurale
Cantanti e figuranti rispondono al lungo applauso degli spettatori della Scala al termine dell’«Andrea Chénier» inaugurale
Cantanti e figuranti rispondono al lungo applauso degli spettatori della Scala al termine dell’«Andrea Chénier» inaugurale

Romano Dal Zovo, cantante lirico «basso» di Vestenanova, giovedì sera era sul palcoscenico alla trionfale «prima» dell’Andrea Chénier che ha aperto la stagione lirica del Teatro alla Scala di Milano: se li è goduti tutti gli undici minuti di applausi a conclusione dell’opera seguita da milioni di telespettatori in diretta tv su Rai1, ma anche su canali francesi e tedeschi. Zazzera scompigliata e un consunto pastrano grigio, indossato sopra il giustacuori rosso, per il ruolo di Schmidt (il carceriere a San Lazzaro), Romano Dal Zovo, 33 anni, ha cantato e recitato con sicurezza e bravura accanto a star della lirica come Yusif Eyazov, Anna Netrebko e Luca Salsi sul palcoscenico milanese. Ieri a mezzogiorno, poche ore dopo la «prima» alla Scala (nel giorno del patrono di Milano, Sant’Ambrogio) il giovane cantante insieme alla moglie Elisabetta Dambruoso, soprano conosciuta nell’ambiente della lirica veronese, era a Vestenanova per pranzare con il suo piccolo Lorenzo, affidato durante la trasferta milanese ai nonni paterni residenti a Zovo, località sulla provinciale della Val d’Alpone in direzione di Bolca, dove la maggior parte degli abitanti portano appunto il cognome Dal Zovo e dove Romano ama ritornare ogniqualvolta gli impegni teatrali glielo consentono. «Essere nel cast del Teatro alla Scala è motivo di orgoglio, di grande soddisfazione personale e un’occasione per mettersi in gioco e dare il meglio nel teatro più prestigioso per la lirica e in occasione della prima», dice Dal Zovo al rientro da una Milano blindatissima e reduce dalle grandi emozioni, vissute sul palcoscenico ma anche dietro le quinte «dove si vive veramente in modo febbrile, al termine di una lunga preparazione che noi abbiamo iniziato il 24 ottobre, ma che è partita molto prima. Ogni cosa deve essere perfetta e l’ansia è tutta per gli imprevisti che possono accadere. Il teatro è una macchina enorme e straordinaria, di cui appare solo una minima parte e dove tutto deve funzionare in sincronia: dal maestro direttore fino all’elettricista». Il giovane cantante ribadisce l’importanza del pubblico quando si fa teatro: «Gli spettatori non li vedi nel buio della sala, ma li percepisci. Senti la loro presenza che ti dà la carica e ti emoziona... perché noi siamo venditori di emozioni». Una carriera brillante quella del giovane talento vestenese (prima tecnico programmatore in un’azienda metalmeccanica) che in pochi anni, bruciando le tappe, si è visto catapultato da una contrada della Lessinia alle luci della ribalta, prima nel coro dell’Arena di Verona e poi sui palcoscenici più importanti della lirica nazionale e internazionale (Tolosa, Montecarlo) come solista. Un’escalation inarrestabile per una voce da «basso» che prima utilizzava solo per diletto, e che a 26 anni, quasi per gioco ha iniziato a proporla in qualche audizione svincolandosi in breve dal ruolo di corista, per interpretare numerosi personaggi in opere comeTosca, Otello, La Bohème, Il flauto magico, Aida, Don Giovanni. Un successo che il giovane artista mostra di gestire con grande naturalezza, raggiungendo appena possibile mamma Irene e papà Sergio, che ci sono sempre, e sono il suo punto di forza, come lo era il nonno. Stessa voce, stessa passione per il canto, stessa emozione nell’esibirsi. Nel 2016 Dal Zovo è stato scelto dal direttore Daniel Oren per sostenere in Arena il ruolo di Ramfis in Aida, al fianco di artisti del calibro di Giovanna Casolla, Hui He, Claudio Sgura; ha cantato in Rigoletto al Filarmonico di Verona, La fanciulla del West e Madama Butterfly alla Scala, Aida e La Traviata in Arena. Tra gli impegni recenti ci sono Capuleti e Montecchi al Filarmonico, Tosca e Traviata a Palermo, Nabucco (titolo inaugurale della stagione areniana), Aida e Tosca a Verona, l’Andrea Chenier alla Scala, Otello, Manon Lescaut, Anna Bolena e Salomé al Filarmonico. •

Mariella Gugole

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