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Un solo Comune
per quattro,
i pro e i contro

Veduta della Val d’Illasi da Colognola ai Colli
Veduta della Val d’Illasi da Colognola ai Colli
Veduta della Val d’Illasi da Colognola ai Colli
Veduta della Val d’Illasi da Colognola ai Colli

Ha registrato un nutrita partecipazione l'incontro pubblico, organizzato da Amministrazione comunale e biblioteca di Colognola, sullo studio di fattibilità relativo all' ipotesi di fusione dei Comuni di Belfiore, Caldiero, Colognola e Illasi.

Sulla base di questo approfondimento, poco più di un anno fa Colognola aveva detto no alla fusione, apprestandosi ad andare alle urne per il rinnovo del Consiglio comunale e costringendo Illasi a rinunciare all’idea per mancanza di contiguità territoriale con Caldiero e Belfiore (che però potrebbero unirsi prima). Ora si è tornato a parlarne ma, come ha premesso il sindaco Claudio Carcereri de Prati, «a scopo informativo perché un tema delicato».

In apertura il presidente della biblioteca Lorenzo Bellomi ha precisato che «è la prima volta che il piano viene presentato al pubblico. Redatto nel 2015, finora è stato vagliato solo a livello istituzionale».

A illustrare il documento è stato Giuseppe Panassidi, già direttore generale delle Province di Venezia e Verona, esperto in materia, che ha premesso di «non aver partecipato alla formulazione di questo studio», riferendo di darne una lettura il più oggettiva possibile.

È entrato nel merito dello studio sul supercomune di 81,7 chilometri quadrati che potrebbe sorgere alle porte dell’Est veronese con circa 24.600 abitanti. Ha definito lo studio «ponderoso», «ma mancano alcuni riferimenti fondamentali senza i quali non si va avanti». L’esperto, al proposito, ha rilevato che «bisogna fare un bilancio consolidato di tutti e quattro i Comuni interessati e valutare come si organizzerà l’economia di scala per vedere se si potrà realizzare. Manca anche il forte coinvolgimento delle comunità, cioè la consultazione. Non c’è, inoltre, cenno a quali dovrebbero essere il nome del nuovo Comune e il capoluogo. Mancando questi aspetti», ha concluso, «lo studio resta un’affermazione di principio».

L’avvocato Panassidi, che è direttore della rivista online Moltocomuni, ha passato in rassegna i vantaggi che potrebbero derivare dalla fusione, tra i quali «economia di scala, funzionamento più semplice, strategie condivise e scarso pericolo di divergenza di programma», aspetti che però, ha sottolineato, «vanno verificati». Scandagliate anche le criticità: «L’iter per la fusione è lungo e molto complicato. Potrebbe pure esserci una resistenza al cambiamento da parte del personale, degli amministratori, della popolazione e del contesto ambientale in presenza di una specificità territoriale forte. Punti anch’essi da verificare».

Panassidi ha chiuso il suo intervento ponendo una domanda agli amministratori dei Comuni implicati: «Avete tutte le informazioni per procedere?», al contempo rispondendo: «Se no, individuate quali mancano e integratele. Se sì, fate sintesi delle aspettative delle comunità che vivono e producono nel territorio dei quattro Comuni», ricordando che «per decidere non bisogna riunirsi ma aprirsi».

L’assessore colognolese alle attività produttive Andrea Nogara ha chiesto: «C’è uno studio attestante che un Comune di 24 mila abitanti dia dei servizi migliori di uno di 10 mila?». L’avvocato ha replicato che «una risposta scientifica non c’è».

È intervenuto anche Paolo Tertulli, sindaco di Illasi, che ha definito «apprezzabile la scelta di dedicare una serata a questo studio. Trovandoci già nell’Unione Comuni Verona Est è sorta spontanea l’idea di fusione e trovo giusto interagire tra amministratori e comunità. Se Colognola ci sta pensando, è bene cominciare a parlarne. Io sarò tra i candidati in corsa alle future amministrative di Illasi», ha annunciato, «e sarà mio impegno portare l’attenzione sulla fusione». Tertulli, a fronte delle mancanze dello studio segnalate da Panassidi, ha riferito: «Sulla scelta del nome del Comune si pensava di coinvolgere le comunità anche con un bando di concorso. Per il capoluogo si indicava Colognola, già sede dell’Unione».

A chiudere la serata è stato il sindaco Carcereri de Prati: «Sono i cittadini che, esattamente informati, devono decidere circa la fusione. Il problema è riuscire a informarli correttamente, perché non si può fare una scelta sull’onda dell’emozione dato che poi non si torna più indietro. Non si può far finta di non sapere che c’è una profonda identità di ogni Comune. Bisogna, quindi, dare tempo cominciando a far maturare l’idea ed elaborando quanto appreso con questo incontro».

Monica Rama

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