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«Troppe
lungaggini
per allacciarsi
all’acquedotto»

«Il sindaco si vanta d’aver ottenuto da Acque veronesi il pagamento a rate degli allacciamenti e continua a ripetere che è bene collegarsi all’acquedotto, ma c’è chi ha pagato da quattro mesi e ancora non usufruisce del servizio». La scudisciata al sindaco Gianni Brigo e all’ente consortile di Lungadige Galtarossa è di Anna Ortolani.

La capogruppo consiliare di minoranza definisce ingiustificate le «lungaggini» per usare la rete idrica, primo stralcio lavori ultimato lo scorso gennaio. Fino a gennaio, con Gazzo, Palù è stato uno dei rari Comuni del Veronese ancora privo di acquedotto. I residenti attingevano l’acqua per usi potabili, e ancora lo fanno, dalla falda sotterranea attraverso pozzi autonomi, per lo più pescando a 12-15 metri profondità considerata a rischio inquinamento. Inizialmente, a frenare gli entusiasmi per la rete idrica avrebbe contribuito il costo di allaccio, circa 600 euro a famiglia. L’amministrazione municipale è però intervenuta ottenendo da Acque veronesi pagamenti rateizzati e il numero di richiedenti si è rimpolpato. Ma, come lamenta Ortolani, tuttora l’acqua rimane nella rete principale. E sottolinea anche l’urgenza di analisi sulla potabilità dell’acqua prelevata dai pozzi autonomi. Per Brigo il problema è da attribuire alle lungaggini burocratiche incontrate da Acque veronesi: «Ormai è questione di poco», assicura. P.T.

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