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Targa ricordo per festeggiare
il secolo della scuola materna

La targa che celebra i cent’anni della materna Principe di Piemonte
La targa che celebra i cent’anni della materna Principe di Piemonte
La targa che celebra i cent’anni della materna Principe di Piemonte
La targa che celebra i cent’anni della materna Principe di Piemonte

Era stata inaugurata con i tuoni di guerra il 16 ottobre 1916 e la scuola dell’infanzia «Principe di Piemonte» celebra il suo primo centenario ancora sotto le fucilate, ma questa volta di festa, come solo i Pistonieri dell’Abbazia con i loro trombini sanno fare. La cerimonia della dedicazione di una targa ricordo posta all’ingresso dell’edificio «Da cent’anni a servizio dei bambini, delle famiglie e della comunità» è stata aperta dai ricordi di quanti hanno lavorato per arrivare a questo traguardo e chiusa con i botti dei trombini e il ballo folcloristico sul piazzale.

I bambini hanno cantato l’inno di Mameli e don Giuseppe Benini ha impartito la benedizione. Romano Spillari, presidente del comitato di gestione e vicepresidente della Fism veronese, la federazione delle scuole paritarie, ha ringraziato i presenti per il traguardo raggiunto.

Emanuele Anselmi, con la fascia di primo cittadino, ha ringraziato pubblicamente «Stefano Valdegamberi che da sindaco aveva aperto il nido integrato ed Ermanno Anselmi che gli è succeduto e lo ha sostenuto portandolo dai primi 5 bambini agli attuali 20. Finché la scuola è aperta, il paese vive», ha detto. «Lavoriamo per arrivare al prossimo centenario», ha concluso, ringraziando la ditta Margraf che ha donato il marmo per la targa del centenario.

Ugo Brentegani, presidente della Fism veronese che raduna 180 scuole paritarie e 75 nidi integrati, ha reso omaggio a quanti «pur con una guerra in corso, hanno avuto il coraggio di guardare avanti. Cerchiamo di lavorare per i bambini e di continuare a farlo», è stato il suo auspicio per una scuola che conta 60 bambini nella materna e 20 nel nido integrato. Ha sei insegnanti coordinate da Lavinia Baù con tre sezioni e accoglie da due anni anche una dozzina di bambini di Cogollo di Tregnago.

La struttura è comunale, gestita dall'associazione dei genitori e da una direttivo. Si sostiene con le rete delle famiglie per il 50 per cento e per il resto con contributi statali (500 euro a bambino all’anno), regionali (200 euro a bambino) e comunali (600 euro a bambino). Molto festeggiata è stata suor Giacomilde Dagnola che ha diretto la scuola dal 1976 all’83 prima di essere destinata in Abruzzo: «Tornare qui per ringraziare è un dono di Dio», ha detto citando la collaborazione con Alfonso Eridani, per 40 anni presidente del comitato di gestione e Anna Ferrari, prima collaboratrice laica a lavorare a fianco delle religiose.

Le Piccole Figlie di San Giuseppe arrivarono a Badia, come ha ricostruito Lorenzo Maimeri, perché suor Demetria Boniolo si era diplomata maestra ed era stata assegnata alla scuola della contrada Valdegamberi. Le religiose chiesero al parroco don Sante Barzebeni un posto dove abitare per permettere alla sorella di insegnare e lui in cambio ottenne che all’insegnante si affiancasse un’altra suora per l’asilo, una terza per il doposcuola e la scuola lavoro di cucito e ricamo per le ragazze, e una quarta addetta alla casa.

Le ospitò nell’ala est dell’antica abbazia che divenne anche asilo e scuola lavoro, aperta fino agli anni Sessanta. Da lì, per iniziativa del presidente Eridani e del segretario Marcello Anderloni sorse poi il nuovo edificio che oggi ospita la scuola e il nido integrato. V.Z.

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