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«Tabagist rap»: le cantano a chi è schiavo della sigaretta

Musica e immagine, un connubio efficace per imparare divertendosi. Sono ricorsi a questo gli studenti della scuola media Gino Fano dell’istituto comprensivo di Colognola per apprendere e far riflettere su alcuni aspetti della realtà quotidiana: la lotta contro il fumo e la frequenza dell’uso di parole francesi nella comunicazione di tutti i giorni. Guidati dai professori Adolfo Zizza di musica e Anna Maria Rossi di francese, i ragazzi hanno ideato e girato due video che stanno già registrando moltissime visualizzazioni su Youtube e che saranno presentati ufficialmente oggi, alle 10, durante la festa di fine anno scolastico al Palasport, alla presenza della preside Donatella Mezzari, degli amministratori comunali, di genitori, parenti e cittadini. «Tabagist rap» è il titolo del video con cui gli alunni della Fano le cantano letteralmente a chi ha il vizio del fumo, mettendone in evidenza gli effetti negativi sulla salute riscontrabili già nel quotidiano: «Se è un piacere, deve farti star bene, se è rilassante non può essere devastante», fanno notare in musica i ragazzi a chi è schiavo della sigaretta, segnalando cosa può causare questa abitudine poco salutare: «dalla tosse alla mattina ai baci alla nicotina, dalla pelle che protesta alla pesantezza in testa». E ALLORA, che cosa fare? «Un consiglio, dammi retta: non toccare quella sigaretta, in futuro, sai, potresti trovare un altissimo conto da pagare. Un pensiero da scacciare in fretta. Lascia stare quella sigaretta! E quella stupida voglia di emulare chi ha frainteso il modo di stupire», cantano gli studenti, suonando con chitarre e flauti. Contento del risultato il professor Zizza: «Il messaggio che arriva con la musica è potente e ha una valenza immediata per i ragazzi, andando dritto al cuore e alla testa. Da un punto di vista sociale, è di grande efficacia e per questo invito a condividere il video sul mio canale Youtube perché, cantando e pensandoci su, si possono evitare malattie e salvare vite». Interessante anche il risvolto didattico: «Il brano è un pezzo rap cantato da più ragazzi con uno stile diverso che ha permesso di esprimersi appieno e in modo originale anche a chi ha poca dimestichezza con il modo comune di fare musica a scuola». Il professore ha curato pure il video sui francesismi intitolato Le mots francaise, scritto dai ragazzi con la professoressa Rossi, da anni in prima linea nello studio e nella diffusione della francofonia tra i banchi. Un video che stupisce perché di solito si pensa che siano soprattutto i termini inglesi a essere entrati comunemente nel nostro parlato e invece quelli francesi non sono da meno. Infatti, cantano i ragazzi «si spegne l’abat-jour e ci si affaccia al parterre, sistemandosi lo chignon con un foulard chic o si indossa una parure su un tailleur beige»; per non dire quando «si esce dal garage su una coupé che è un cabriolet» o quando «si entra in una boutique e si è indecisi su una griffe. O ci si trova a scegliere tra una brioches e un bignè». Che dire poi di «un flute di champagne offerto da uno chef con papillon?» Insomma sono tante le parole francesi entrate nel nostro vocabolario e proprio da qui prende il via la didattica dell’insegnante Rossi: «Soprattutto nelle classi prime, sensibilizzo molto gli alunni sull’uso dei prestiti linguistici: è un modo alternativo per vedere come un idioma contamini un altro e, per il francese, di quanto sia comunemente usato anche da noi». Non è un caso, a questo punto, che il video sui francesismi sia stato proiettato in anteprima in paese durante la serata del Tres Court Film Festival organizzata da Comune e Alliance Francaise a Villa Aquadevita, davanti al console generale di Francia a Milano, con soddisfazione per docenti e alunni. Il professore Zizza conclude: «Il ritornello orecchiabile dei brani, porta a veicolarne bene il contenuto, qualunque esso sia. Per questo invito i colleghi interessati in altre scuole a contattarmi per realizzare progetti simili: fornisco gratuitamente basi, testi, partiture e accordi che poi possono essere modificti». Per farlo basta inviare una mail a zizzadolfo@libero.it. •

Monica Rama

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