<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Sull’argine a fianco della Miteni
scarti sepolti negli anni Settanta

Il sindaco Gaetano TebaldiRifiuti ritrovati sull’argine del fiume Poscola
Il sindaco Gaetano TebaldiRifiuti ritrovati sull’argine del fiume Poscola
Il sindaco Gaetano TebaldiRifiuti ritrovati sull’argine del fiume Poscola
Il sindaco Gaetano TebaldiRifiuti ritrovati sull’argine del fiume Poscola

Nuovi ritrovamenti di materiale, molto probabilmente inquinante, nell’argine posto a lato della recinzione di Miteni spa, la fabbrica di prodotti chimici di Trissino, nel Vicentino, che secondo la Regione Veneto è responsabile per il 97 per cento dell’inquinamento da Pfas, la contaminazione delle acque e dell’ambiente con cui si trova a fare i conti un ampio territorio, che comprende anche il Basso veronese.

A dare la notizia della nuova scoperta di «rifiuti» è la stessa Miteni, con una nota nella quale spiega che ad effettuare i rinvenimenti sono stati i suoi «tecnici ambientali, di concerto coi tecnici di Arpav e della procura di Vicenza». La tesi dell’azienda è che gli scarti, in merito al cui contenuto non si hanno notizie, siano stati sepolti negli anni Settanta.

SAREBBERO STATI utilizzati come materiale di riempimento ed ancora oggi, in occasione di forti piogge, rilascerebbero inquinanti.

Nella sponda del torrente Poscola i primi residui di produzione erano stati scoperti nel gennaio scorso. D’altro canto, proprio nel Poscola Miteni, che attualmente sta portando avanti una bonifica dell’argine, ha sempre scaricato proprie acque reflue. Quanto alla situazione dei terreni in cui sorge la fabbrica - che produce perfluorati dagli anni Sessanta, anche se con vari cambi di proprietà - ieri mattina hanno svolto nuovi accertamenti i carabinieri del Nucleo operativo ecologico.

Proprio i Noe la settimana scorsa avevano inviato una relazione a tutte le istituzioni competenti nella quale affermano che Miteni ha tenuto nascosti studi che attestano che l’inquinamento dura da decenni. Situazione in merito alla quale l’attuale proprietà dell’azienda afferma di non sapere nulla, scaricando ogni responsabilità sui precedenti titolari, la multinazionale Mitsubishi Corporation. Secondo quanto afferma Miteni, ieri «i carabinieri del Noe sono entrati in stabilimento alle 9, non hanno acquisito ulteriori documenti ma hanno richiesto di approfondire alcuni elementi oggetto di indagine, attività che proseguiranno nei prossimi giorni».

Luca Fiorin

Suggerimenti