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«Signora sbagli tutto vada là con le ciabatte»

«Lanzafame: mi raccomando sbagliate tutto. Donna: Tutto il contrario. L.: Brava niente scarpe. D: Vado con le ciabatte? L: Ciabatte, niente bastone. D. Eh! L.: Quando la tirano su che si alza ci sarà una dottoressina. D: Faccio fatica ad alzarmi? L: Certo». Ecco un altro colloquio considerato molto significativo per gli investigatori. Questa intercettazione si riferisce all’altro capitolo di questa inchiesta sulla truffa aggravata di cui sono accusati Lanzafame, Bari e Sabaini ai danni dell’Inps. In pratica, è la tesi dell’accusa a chi si sottoponeva alla visita per ottenere l’indennità per l’invalidità arrivavano i «suggerimenti» di Lanzafame per ingannare la commissione esaminatrice rivolti ai pazienti e agli accompagnatori. Nel frattempo, Sabaini «curava l’individuazione tempestiva della pratica» riporta il capo d’imputazione. In un’altra telefonata, risalente al 16 aprile scorso, Lanzafame spiega alla figlia di un novantaduenne cosa deve fare una volta arrivata negli uffici dell’Inps. È un colloquio cruciale perchè emerge il modus operandi, adottato dal «sistema corruttivo». «L: Ti danno uh numero poi te ne danno un altro e me lo invii via sms». Poi arriva un’altra raccomandazione: «Quando finisci la visita prima di lasciare l’Inps mi chiami quando sei fuori dall’ambulatorio e non far vedere le carte con la mia scrittura». È un’intercettazione molto significativa perchè emerge come tutti i pazienti, infatti, o i loro accompagnatori dovevano comunicare al medico di San Bonifacio via sms il numero assegnato per la visita all’Inps. A sua volta, Lanzafame inviava il codice a Sabaini e Bova sempre via sms che così sapevano quale pratica dovevano seguire e sistemare. In un’intercettazione ambientale, svolta negli ambulatori dell’Inps l’otto giugno scorso durante una visita della commissione medica , emerge come una paziente segue fedelmente le indicazioni del Lanzafame. «Non parla», riporta l’ordinanza del gip Raffaele Ferraro, «non risponde alle domande, non collabora quando le chiedono di mettersi in piedi. Eppure due giorni prima l’anziana era stata notata e fotografata dagli investigatori mentre era in piedi sulla porta di casa senza il supporto di alcun girello o altro dispositivo».

G.CH.

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